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La grande degustazione dei vini regionali in occasione della wine experience organizzata dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha dimostrato la crescita qualitativa dell’enologia abruzzese.
Voluta fortemente dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, la manifestazione annuale Abruzzo Wine Experience ha dimostrato agli opinion leader nazionali e internazionali la straordinaria crescita del livello dei vini del territorio, sempre più apprezzati in Italia e all’estero, con la regione che si afferma tra le più dinamiche, con una viticoltura presente da sempre tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso d’Italia e della Majella, nell’ambito dei quali si snodano tre Parchi Nazionali e più di dieci tra riserve nazionali e regionali.
La secolare produzione di vino, attestata da testimonianze scritte come quella di Polibio, rivelano la magia di un passato ricco di tradizione, trainato dalla storica fama del Montepulciano d’Abruzzo, da sempre portabandiera dell’enologia regionale nel mondo e di un presente frutto di un modello di sviluppo moderno, con una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli che pongono la regione all’avanguardia, grazie a cantine che guardano con occhio attento l’ambiente e la biodiversità.
Un punto di forza, questo, che con la vendemmia 2023 si rafforza attraverso l’introduzione del “Modello Abruzzo”, una novità per tutto il mondo vitivinicolo italiano, con la regione Abruzzo a fare da pioniera di un nuovo modo di concepire l’organizzazione delle denominazioni d’origine e delle Igp, che risulta più semplice e allo stesso tempo più dettagliato.
Il principio guida della semplificazione prevede l’affiancamento alle cinque Doc – Montepulciano d’Abruzzo Doc, Trebbiano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Abruzzo Doc (che comprende anche i vini ottenuti dai vitigni autoctoni Pecorino, Passerina, Coccociola e Montonico) e Villamagna Doc – di una sola Igt: Terre d’Abruzzo, al posto delle attuali otto, in modo da rafforzare l’identità regionale di tutti i vini (un po’ com’è avvenuto in Sicilia).
È stata altresì introdotta la menzione “Superiore” per le quattro Denominazioni regionali. Con il “Modello Abruzzo”, inoltre, si intende mantenere la produzione regionale al reale potenziale produttivo, per garantire sostenibilità sociale, economica e ambientale al sistema vitivinicolo abruzzese.
Nella cornice di Tenuta Coppa Zuccari di Città Sant’Angelo si sono riuniti 90 produttori con oltre 300 vini in degustazione e sono state organizzate due masterclass, delle quali una dedicata al Cerasuolo d’Abruzzo, che nel 2010 ha conseguito il riconoscimento della Doc per lo strettissimo legame del vino con il territorio, come specifica identità. Un vino caratterizzato dal color ciliegia, molto eclettico negli abbinamenti, grazie alla presenza dell’acidità e della struttura. La zona della denominazione Cerasuolo d’Abruzzo comprende l’intera fascia collinare costiera e pedemontana della regione, con le vigne che si estendono nei comuni di tutte e quattro le province abruzzesi: Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo che si trovano al di sotto dei 600 metri.
Di seguito il report della degustazione dei Cerasuoli, tra vini di stampo tradizionale e nuovi progetti. Per leggere la scheda del vino, cliccare sul nome.
- Montori, Cerasuolo d’Abruzzo Fontecupa 2022
- Tenuta I Fauri, Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino 2022
- Torre dei Beati, Cerasuolo d’Abruzzo Rosa-ae 2022
- Tenuta De Melis, Cerasuolo d’Abruzzo Bardasce 2022
- Pettinella, Cerasuolo d’Abruzzo Tauma 2022
- Emidio Pepe, Cerasuolo d’Abruzzo 2022
- Ciavolich, Cerasuolo d’Abruzzo Fosso Cancelli 2020
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Antonella Amodio
Collaboratrice "speciale" della Guida Essenziale ai Vini d'Italia, dove si occupa della Campania e in parte del resto del Sud. Giornalista e sommelier. Appassionata di cucina e vino. Ha lavorato per oltre quindici anni in ambito vinicolo e ha collaborato a diverse edizioni delle guide Bibenda e Gambero Rosso. Attualmente scrive per DoctorWine e per altre testate anche con rubriche personali.