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Terre di Serrapetrona: la “pazienza” della Vernaccia Nera

Terre di Serrapetrona bottiglie robbione

La verticale del Serrapetrona Robbione della Tenuta Stefano Graidi Terre di Serrapetrona, declinata in nove annate, conferma la longevità di questo vitigno. Parola di Francesca Granelli.

In occasione dei vent’anni della denominazione Serrapetrona Doc, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a una degustazione unica: una verticale di Robbione, la Vernaccia Nera in purezza simbolo della cantina Terre di Serrapetrona. Nove annate per raccontare l’evoluzione di un vino fuori dagli schemi, un percorso sensoriale e culturale tra le sfumature di un vitigno identitario, capace di sorprendere per profondità, freschezza e longevità.

Terre di Serrapetrona Robbione, la degustazione
Terre di Serrapetrona Robbione, la degustazione

Nel cuore dell’Appennino marchigiano, a Serrapetrona, la viticoltura si intreccia con il ritmo lento della natura. Avvolto tra boschi, ulivi e ruscelli, si estende la Tenuta Stefano Graidi Terre di Serrapetrona: 66 ettari di paesaggio integro, dove il vigneto di cui 21 ettari suddivisi in sette appezzamenti, si sviluppa ad un’altitudine media di 700 metri sul livello del mare, assecondando le curve del terreno e conservando intatta la biodiversità originaria.

La visita alla Tenuta Stefano Graidi

Terre di Serrapetrona, foto Best Wine Stars
Terre di Serrapetrona, foto Best Wine Stars


La visita all’azienda di Stefano Graidi ci ha portato alla scoperta del territorio di
Terre di Serrapetrona, che ha scelto, fin dal nome, di dedicare quasi completamente il proprio lavoro a un solo vitigno: la Vernaccia Nera, regina di Serrapetrona. Un’identità forte e coerente, che si traduce in 17 ettari coltivati quasi esclusivamente a questa varietà, simbolo indiscusso della zona. Le forti pendenze dei vigneti impongono un approccio manuale per la gran parte delle lavorazioni, consentendo un’accurata selezione in vigna e l’arrivo in cantina di uve sane, senza bisogno di correzioni enologiche invasive. Alla base del progetto c’è una visione precisa: il rispetto del terroir, del vitigno e dell’annata, perseguito attraverso una viticoltura biologica che trova terreno fertile proprio nelle condizioni naturali di Serrapetrona, dove il vento costante riduce il rischio di malattie e consente interventi minimi. 

La storia

La storia di questo vino è strettamente legata a quella della cantina, che sin dall’inizio ha scelto di proporre la Vernaccia Nera in versione ferma secca, in controtendenza rispetto alla tradizione locale, legata soprattutto alle espressioni spumantizzate o dolci. Nasce così il Robbione, frutto di una vinificazione che unisce uve appassite – in percentuale mai inferiore al 60% e variabile in base all’annata – a una parte di uve fresche. Un vino di grande potenza espressiva, che trova il proprio equilibrio nella struttura tannica e nella morbidezza conferita dall’appassimento e dalla componente alcolica. 

Terre di Serrapetrona Robbione, la degustazione
Terre di Serrapetrona Robbione, la degustazione


Le annate in degustazione sono state: 2005, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016 e, infine, la 2017. A definire le sfumature aromatiche e le diverse “grip” in bocca non sono stati tanto i singoli andamenti climatici – pur rilevanti, come dimostrano annate più mature come la 2009 e la 2012 – quanto piuttosto il tempo e
lo stile della vinificazione.

Le degustazioni

Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2010-2011-2012-2013
Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2010-2011-2012-2013

Due annate, in particolare, hanno messo in evidenza da un lato il potenziale evolutivo del Robbione, dall’altro la sua sorprendente versatilità. La 2010, nata in un’annata regolare ed equilibrata, si è espressa con un naso più sottile ma raffinatissimo: rosa canina, crema di rabarbaro, spezie orientali, sandalo. Il sorso è fruttato e polposo, sorretto da un tannino muscolare ma rifinito, con una texture vellutata e un finale balsamico.

Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2015-2016-2017
Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2015-2016-2017

La 2016 ha invece mostrato il volto più contemporaneo del Robbione: una beva moderna, slanciata, equilibrata, con una freschezza vivace e una trama tannica più agile. Una versione già piacevole oggi, ma che promette interessanti evoluzioni nel tempo. 

Segue stilisticamente la 2016 anche la 2017, che ne riprende l’approccio più snello ed equilibrato, ma con una bocca più morbida e avvolgente, complice l’annata più calda. Un Robbione già disteso, dal profilo rotondo, che conserva comunque un buon ritmo e una gradevole tensione.

Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2005-2009
Serrapetrona Robbione Tenuta Stefano Graidi 2005-2009

Degna di nota anche la 2013, che rispetto alle annate più datate ha dimostrato un’evoluzione più armonica, distinguendosi per profondità e definizione. Al naso emergono suggestioni di macchia mediterranea e grafite, tratti che ne raccontano la complessità e ne sottolineano la vocazione all’invecchiamento.

La 2005, infine, è stata un interessante tuffo nel passato: un Robbione che ha attraversato il tempo con dignità e coerenza. 

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