Esiste ormai una categoria di vini dedicati solo ai super ricchi, ma noi possiamo consolarci bevendo comunque bene e con notevole soddisfazione, anche del portafoglio.
Trovare un vino ben fatto, territoriale, frutto di una viticoltura sostenibile e con un costo ragionevole credo sia una delle cose migliori che un appassionato del settore possa augurarsi. Ci pensavo leggendo un’offerta su un sito di vendite on line dove veniva proposta una bottiglia di Romanée Conti 2000 ad “appena” 36.000 euro. Avete capito bene.
Consiglierei, come si fa per le opere d’arte o per gli appartamenti di lusso, di non mettere il prezzo in quei casi ma di scrivere soltanto “trattative riservate” perché è veramente paradossale una cosa del genere. Ma non voglio fare discorsi moralistici, cerco solo di applicare il senso della misura.
Peraltro mi è capitato tre o quattro volte nella vita di assaggiare quel vino, in degustazioni organizzate dai vari importatori che ha avuto, e una volta, tanti anni fa, acquistando con cinque amici una bottiglia del 1988 che agli inizi degli anni Novanta, costava mezzo milione di lire in enoteca, circa un quarto del mio stipendio di allora. Questo significa che per fare un paragone con il costo odierno io dovrei guadagnare 144.000 euro al mese, cosa del tutto irreale, ovviamente. Però questo fa capire che ormai certi vini sono dedicati solo a un pubblico di persone ricchissime e che anche per questo i prezzi sono andati alle stelle.
Ciò detto torniamo al nostro vino ben fatto, territoriale e frutto di una viticoltura sostenibile, cose che potrebbe avere in comune con il Romanée Conti, ma anche dal costo ragionevole. Durante il lavoro per la realizzazione della guida che sto facendo con Naturasì sui vini biologici e biodinamici mi è capitato di assaggiarne diversi, ma due mi hanno davvero colpito per personalità, originalità e piacevolezza, e ve li voglio segnalare.
Sono entrambi lombardi, uno è il Botticino Colle degli Ulivi 2018 della cantina Noventa di Botticino, in provincia di Brescia. Un rosso elegante e composto, frutto di un blend di barbera per il 40%, sangiovese per il 30%, marzemino per il 20% e schiava gentile per il 10%. Fermenta in vasche di cemento ed è certificato bio. Un rosso delizioso ed elegante che costa 14 euro in enoteca.
Il secondo è un’Oltrepò Pavese Bonarda 2019 della cantina Martilde di Antonella Tacci e Raimondo Lombardi, che si trova a Rovescala in provincia di Pavia. È una Bonarda “ferma”, davvero ben fatta, riconducibile alla sua tipologia e anch’essa frutto di una viticoltura artigianale e sostenibile. Costa la bellezza di 9 euro in enoteca.
E a tutti noi che non potremo mai permetterci di acquistare e di bere una bottiglia di Romanée Conti auguro di consolarci così. Vi assicuro che non ci andrà per niente male.