Francesco Berardinelli non è un cuoco convenzionale, propone preparazioni appetibili e misurate in armonia con l’ambiente grazie a un’esecuzione impeccabile e meditata. La carta dei vini è stringata ma intrigante, l’accoglienza è calda e rilassata, il servizio molto curato.
Montevarchi: quali sono le attrattive di un centro commerciale e industriale, uno dei luoghi più distanti dal mare della Toscana, per di più senza particolari pregi paesaggistici panoramici montani, situato nel fondo di una valle percorsa dal primo tratto dell’Arno, ma anche dall’Autostrada del Sole e dall’Alta Velocità?
Montevarchi si trova in una importante posizione strategica tra Firenze, Arezzo e Siena. In epoca medicea fu centro di importanti attività economiche, come i posti di raccolta e smistamento dei prodotti delle fattorie medicee del Valdarno e della Valdichiana. Qui avveniva la molitura dei cereali e la lavorazione del lino e della canapa. Nell’Ottocento iniziò la trasformazione industriale grazie alla disponibilità di lignite e all’inaugurazione di una fabbrica di cappelli. Oggi all’industria e al commercio si affiancano le attività agricole legate soprattutto al settore del vino dal momento che Montevarchi si trova nel cuore della rinnovata e vivace Doc Valdarno di Sopra che fu codificata già nel 1716 con il Bando di Cosimo III de’ Medici.
A questo grande progetto che include vini a denominazione d’origine Valpolicella, un tappeto di vigne (31 ettari vitati) a 600 metri ad alta densità di impianto e forte pendenza per la produzione di una nuova linea di vini, una cantina di vinificazione con cementi, acciai, anfore e legni; vendita di Amarone en primeur; camere e suite a Cà del Moro Wine Retrait, agricampeggio e un ristorante di fine dining; teatro/sala congressi polifunzionale; percorsi di trekking, mountain bike e horse riding; nel 2023 si aggiunge anche un nuovo prodotto.
Un Valpolicella Superiore doc che si chiama Peratara, come richiamo alla vigna di provenienza, che esce per la prima volta nell’annata 2019. Da uve Corvina, Corvinone e Rondinella. Matura in diversi contenitori, dal legno all’anfora e di volumi differenti. Peratara Valpolicella Superiore, che si unisce alla linea di vini rossi a denominazione, è portavoce di un territorio e di uno stile di vino di grande beva ed eleganza. Capace di durare nel tempo e di stupire nella sua evoluzione. Oggi questo vino è in una forma smagliante ma continua a far sognare in termini di longevità.
A capo di tutto questo c’è Francesco Berardinelli, nato in Piemonte (barlèsh vuol dire “balocco preferito”) sul Lago Maggiore da madre veneta e padre molisano. Cresciuto a Montevarchi, inizia la sua esperienza con l’osteria di Rendola per poi passare ad Imola, Piacenza, New York, Hong Kong, Mosca e Parigi. Un concentrato di esperienze che si distilla alla fine con il ritorno a Montevarchi e un’idea precisa. La sua cucina è una Cucina Improvvisa: “improvvisa – la definisce Francesco – come uno scroscio d’acqua, come la fioritura di un albero di ciliegio o l’arrivo della nuova stagione, che ci dice che tutto si ripete, ingannandoci, perché tutto nel frattempo è già cambiato”.
Francesco Berardinelli non è un cuoco convenzionale. Sostiene di “cucinare semplicemente e per offrire il calore dell’ospitalità di Barlèsh agli amici e a tutti i golosi del mondo”. La sua cucina è in continuo movimento, appare e scompare a seconda delle disponibilità e dell’ispirazione del momento, ma non è un laboratorio sperimentale a spese del cliente. Al di sopra di tutto, la professionalità e l’estro di Francesco rendono le preparazioni appetibili e misurate in armonia con l’ambiente grazie a un’esecuzione impeccabile e meditata. La carta cambia una volta al mese seguendo il ritmo delle stagioni ed è affiancata da un menù degustazione rinnovato ancora più spesso in base al mercato.
Accanto a piatti di stretta tradizione locale come il “crostino di fegatini” e l’“insalata di pollo Valdarno”, nella carta troviamo idee come il “pane burro e ravanelli”, gli “spaghetti freschi al sugo finto, pecorino e ciccioli”, o la “francesina di manzo, pecorino toscano, chips di patate dolci”. Nel menù degustazione possiamo imbatterci in un “hummus di barbabietola, raperonzoli, gelato di pecorino e olive secche”, nei “tortelli speziati di ricotta e prugne con ragù di salsiccia e porri”, nella “faraona di Laura Peri al mattone con cipolline all’agro”.
Per i vini c’è una carta molto stringata, centrata su produttori piccoli ma con grandi storie da raccontare, spesso amici cari di Francesco. Se in lista, sotto la voce “il vino quotidiano” trovate il Rosso di Valtellina di Arpepe o il Chianti Classico di San Giusto a Rentennano, potete comprendere in quali sorprese vi imbatterete nel resto della proposta, dal Vigna Barbischio di Alongi, all’UNO di Carleone, al Poggio delle Rose di Castell’in Villa, oppure, meraviglia delle meraviglie, una salita fino al valico di Chiunzi per lo E’ Iss Prefillossera Tintore di Tramonti della Tenuta San Francesco.
Uscendo dalle sale del Barlèsh rimane nella mente una sensazione di equilibrato benessere e di spirito positivo, di soddisfatta rilassatezza, come se si fosse usciti da una calda e accogliente sorgente termale, rigenerati nel corpo e nello spirito.
Barlèsh
Vicolo delle Filande, 6
52025 Montevarchi Arezzo
Tel. 348 001 0665
www.barlesh.it
@barlesh
Menu degustazione 60€. Alla carta: primi 18-22€, secondi 20-24€.
Aperto tutti i giorni dalle 18.00 per aperitivo e cena.
Chiuso domenica e lunedì