DegustazioniIn giro per cantine

Nicola Mazzella, un visionario ischitano

Basta parlare con Nicola per capire che è avanti, proiettato già nel futuro dell’enologia della sua terra, grazie a idee chiare e una filosofia produttiva ipermoderna che rispetta al massimo l’isola e i suoi vitigni.

Ci sono persone che cambiano la percezione, l’interpretazione e quindi le prospettive dei propri territori. Sono rare ovviamente, talvolta geniali, ma in comune hanno una visione nuova e differente dal canonico derivante da un pathos interiore e da un viaggio esplorativo. Ad Ischia finalmente ho trovato Nicola Mazzella, terza generazione delle Cantine Antonio Mazzella, colui che esprime quanto sopra riportato.

Con Nicola l’azienda di famiglia ha fatto un salto in avanti, che nell’ isola non si vedeva dai tempi dei primi vini di Casa D’Ambra, anima storica della qualità ischitana. Dedizione assoluta alla Biancolella con vigneti a Campagnano nella zona orientale dell’isola, quella della pomice bianca stratificata su piccole lenti di pomice scura e tratti leggermente argillosi. Vigneti antichi, alcuni reimpiantati e una spasmodica ricerca dei vigneti abbandonati dove sotto la vegetazione si trovano viti-liane molto antiche, da recuperare con scoperte interessantissime. Meno entusiasmo per la Forastera (peraltro buonissima), forti dubbi per il Per’e Palummo (assolutamente delizioso) e il ritrovamento di una uva rossa strana, che forse corrisponde a quella localmente chiamata Guarnaccia, ma allo stadio attuale la cosa non è confermata.

Avete capito: mi sono divertito in questa cantina, un riferimento assoluto per comprendere il futuro viticolo dell’Isola. Cercando di tornare ai 600 ha vitati di una volta, ora siamo a 150 che sono il minimo per mantenere in vita una viticoltura che definire eroica è un eufemismo, anche se la “vista mare” è travolgente.

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