EditorialeFirmato DoctorWine

I produttori piemontesi e le guide

La critica italiana non ama i vini piemontesi? Non è esattamente così: per svariati motivi, molti top wine di questa regione non vengono proprio recensiti.

Ha di recente fatto un po’ di scalpore che sulla classifica dei migliori cento vini rossi d’Italia realizzata dalla rivista Gentleman incrociando i punteggi delle principali guide, i vini piemontesi non abbiano conquistato posizioni prestigiose e siano meno di quanto ci si aspetterebbe.

La cosa dipende da diversi fattori. Il primo è che molte cantine prestigiose non mandano più i campioni, quanto meno alle pubblicazioni italiane. La vendita dei loro vini è quasi esclusivamente all’estero, perciò non sono interessati ad essere presenti su pubblicazioni nazionali. Poi non partecipano a manifestazioni pubbliche come Nebbiolo Prima, Grandi Langhe o Vinitaly, perciò è difficile riuscire a reperire e ad assaggiare i loro vini se non si va personalmente in cantina, come facciamo noi, ad esempio, ma non solo. Terzo, producono molte tipologie, in Langa legate a singoli vigneti, e capita che vengano premiati o inseriti vini differenti da ciascuna delle guide.

Tutto questo, se si considera come vengono calcolati i punteggi per la realizzazione della classifica di Gentleman, comporta che se si è assenti anche da una sola pubblicazione si è penalizzati perché manca un punteggio e questo fa abbassare il totale. Se si utilizzasse il principio del punteggio medio, magari scartando il più alto e il più basso, e si considerasse sufficiente la presenza solo su un numero di pubblicazioni e non su tutte, probabilmente la classifica sarebbe diversa, ma realizzata com’è attualmente questo non è previsto. Perciò vini come il Barolo Monfortino di Conterno, il Barbaresco Crichet Pajé di Roagna, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche di Giacosa non fanno parte, come invece dovrebbero, del Gotha della produzione italiana per quella classifica.

Per la cronaca ha vinto il Bolgheri Sassicaia 2019, secondo è arrivato il Montiano 2019 della Famiglia Cotarella, terzo il Torgiano Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti, quarto il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2019 di Velenosi e quinto il Primitivo Es 2020 di Gianfranco e Simona Fino. Un quintetto che rappresenta 5 regioni diverse: Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Puglia. Tutti vini ottimi, che abbiamo premiato con punteggi molto alti anche noi. E che hanno messo d’accordo tutta la critica italiana. E qualcosa vorrà dire.

PS. Gentleman realizza poi un’ulteriore classifica, incrociando quella italiana con i punteggi dei 4 più quotati critici internazionali: Wine Spectator, Robert Parker (Wine Advocate), James Suckling e Antonio Galloni (vinous.com). In questo caso, la Toscana sbaraglia le altre regioni, mettendo a segno 14 vini sui primi 20, con un podio tutto made in Tuscany: Bolgheri Sassicaia 2019, Tignanello 2019 e I Sodi di San Niccolò 2018.

Che ne pensi di questo articolo?