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Un altro Vinitaly è passato

La 55a edizione del Vinitaly si è chiusa con un coro di lodi da parte dei partecipanti e di soddisfazione da FieraVerona. Anche noi di DoctorWine abbiamo lavorato bene, con i nostri 12 seminari e le infinite degustazioni fatte.

Che il Vinitaly sia un appuntamento imprescindibile dell’anno per il mondo del vino italiano è un dato di fatto difficilmente contestabile. La fiera continua a crescere e VeronaFiere è orgoglioso di presentare dati sempre più positivi.

“Vinitaly si è chiuso con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati”, informa l’ufficio stampa del Vinitaly. E i produttori che abbiamo visto (tra tutti noi di DoctorWine davvero tanti) hanno parlato di un buon pubblico, operatori di alto profilo e wine lover competenti, per un Vinitaly che davvero rappresenta il primo della ripartenza dopo la pandemia, sebbene anche lo scorso anno si fossero intravisti segnali più che positivi. La grossa differenza l’ha fatta il ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: “l’Asia, più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le 1000 presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe hanno segnato un +38% con exploit degli USA (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%”.

Ovviamente non significa che improvvisamente tutti gli espositori sono stati in grado di trovare importatori o distributori per aprire nuovi mercati esteri, ma si sono aperte grandi opportunità per intraprendere nuovi business, ed è questo che si richiede a una fiera.

Ovviamente non tutto è roseo: è ormai incessante il coro di lamentele per i rincari assurdi della città, nella quale i prezzi degli alberghi durante la fiera diventano proibitivi, per i doppi turni ai ristoranti, per i taxi introvabili, per il caos del traffico. È chiaro che alcune problematiche sono difficilmente risolvibili, per la struttura stessa della città, ma è altrettanto chiaro che molti produttori non sono più disposti ad essere trattati come polli da spennare dal servizio ospitalità di Verona. Una cosa su cui la città dovrebbe riflettere e su cui VeronaFiere dovrebbe far sentire il suo peso.

Abbiamo inoltre notato l’assenza di qualche importante produttore, che non è mai un segnale positivo. Certo, le motivazioni possono essere le più diverse, ma è un’altra cosa su cui la Fiera deve interrogarsi, per capire se può fermare questo piccolo fenomeno prima che diventi emorragico.

Per quanto ci riguarda, il fatto che la posizione del nostro stand sia stata radicalmente spostata, dal padiglione 9 alla galleria tra i padiglioni 2 e 3, ha comportato qualche problema nei seminari, visto che alcuni partecipanti affezionati sono andati in automatico alla vecchia posizione nonostante avessimo cercato di allertare tutti. Ma tutto è andato bene lo stesso e la qualità dei vini presentati durante le 12 masterclass e di quelli presenti agli erogatori ha fatto riconciliare i numerosi avventori al nostro stand con i servizi offerti nonostante i chilometri percorsi in più.

Segnare sull’agenda: il prossimo Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile 2024.

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