Il ristorante Tenuta Tomaso si presenta come un’oasi di pace immersa nella natura del Sannio, dove il giovane chef Nicola Lanzi propone piatti della tradizione in chiave contemporanea.
Ci vogliono 40 minuti da Caserta, 60 da Napoli e 90 da Roma per raggiungere Tenuta Tomaso, un tempo che si riduce alla bellezza del luogo, al suo contesto e al cibo che offre, un rifugio culinario tra castello e campi
Situato ai piedi del Castello di Faicchio, nel suggestivo paesaggio del Sannio, tra verdi prati, vigneti, ulivi secolari, maestose montagne e piccoli borghi immersi in una bellezza rurale autentica e sorprendente, il ristorante Tenuta Tomaso si presenta come un’oasi di pace immersa nella natura, dove il solo rumore che si sente è quello delle auto che percorrono il viale alberato che porta all’ingresso di questa dimora trasformata dalla famiglia Tomaso (rinomati produttori nell’ambito dell’allevamento e vendita di salumi di suino di razza casertana) in un autentico indirizzo gastronomico. Per chi ama passeggiare, ci sono percorsi naturalistici tra boschi e sentieri.
Un ristorante di campagna
Un ristorante di campagna dove le installazioni d’arte si fondono con la semplicità e l’essenza del luogo, con la raffinatezza della mise en place, la cura dei dettagli e il comfort che, insieme all’accoglienza, sono un biglietto da visita eccellente prima di sedersi al tavolo. Il luogo è intimo e dispone al massimo 30 coperti che d’inverno sostano nella sala riscaldata dal camino.
Il grande orto di proprietà che fornisce il 70% degli ortaggi alla cucina è visibile dall’area relax di Tenuta Tomaso, dove durante il pranzo è possibile anche ammirarne la cura.
Largo ai giovani in cucina
La cucina è gestita da un team giovane, guidato dallo chef Nicola Lanzi, che si cala nei panni di oste, occupandosi in parte della sala, della cucina, e del pairing, con occhio attento alla biodiversità e alla sostenibilità, che rende l’offerta gastronomica sempre nuova e diversa, basata sulla stagionalità e sulla produzione quotidiana dell’orto.
Le proposte fuori carta sono la guida del fresco per lo chef, che guarda e attinge alla tradizione, seppur proposta in chiave contemporanea, il tutto guidato da una precisa visione gastronomica, che riesce a unire tradizione e innovazione in una sintesi armoniosa di gusto e piacere.
Tenuta Tomaso, il rifugio culinario tra castello e campi: il menù
Il generoso cesto del Sannio include funghi, tartufi, carciofi (quelli di Petralcina certificati Slow Food), patate del Taburno, grani antichi, formaggi, carni, olio extravergine e vino, solo per citarne alcuni. Non mancano sulla tavola di Tenuta Tomaso i salumi dell’azienda di casa. Poi le paste fatte in casa, conserve, preparazioni con uova biologiche e interi menù a base vegetale, per una cucina giovane, dinamica e che fa rivivere in chiave contemporanea la storia delle tradizioni locali.
Oltre al menù à la carte sono interessanti i due percorsi di degustazione di 6 portate: Terra, che si rifà completamente all’orto (55,00 €) e Confiance che dà spazio alla creatività (68,00 €).
Ottima carta dei vini, attenta al territorio pur guardando anche alle produzioni esterne.