Gensy* non è stato semplicemente un congresso, né un evento enogastronomico nel senso tradizionale. L’edizione 2025 della convention biennale dell’associazione La Sicilia di Ulisse ha segnato piuttosto un momento di riflessione collettiva su cosa significhi oggi parlare di benessere, ospitalità, vino e viaggio in una regione complessa e affascinante come la Sicilia.
Lo scorso novembre, a Palermo, in occasione del congresso Gensy, quasi duecento tra giornalisti e professionisti del settore si sono ritrovati per confrontarsi su un’idea chiave: rimettere l’uomo al centro e il territorio come valore, non come semplice sfondo.

Il cuore del congresso: i talk tematici
Se le cene diffuse del venerdì e la festa finale hanno rappresentato i momenti più conviviali, il cuore culturale di Gensy è stato senza dubbio il sabato, ospitato nelle sale del Grand Hotel et Des Palmes. Qui i quattro talk tematici hanno dato forma a quello che, di fatto, è diventato un manifesto sull’accoglienza umana e sostenibile.
Prospettive diverse ma complementari, mettendo in dialogo professionisti del cibo, del vino, dell’ospitalità, del turismo e della cultura.
Cibo: nutrirsi non è mai un atto neutro
Il primo talk ha affrontato il cibo come linguaggio di cura e consapevolezza, rompendo volutamente la retorica rassicurante dell’edonismo a tutti i costi.
Portare sul palco il tema dei disturbi del comportamento alimentare non è stata una scelta simbolica, ma un modo per ricordare che il cibo ha sempre una dimensione emotiva e sociale. Le testimonianze delle associazioni Stella Danzante e La Farfalla Lilla hanno restituito concretezza al dibattito.
Il confronto tra gli ospiti ha messo in luce un punto chiave: raccontare il cibo oggi significa assumersi una responsabilità culturale.
Vino: identità, moderazione, racconto
Per DoctorWine, il secondo talk era il più atteso e poteva dare ancora di più. Qui il vino è tornato a essere parte di un sistema culturale, non un oggetto isolato.
Dal calo dei consumi pro-capite all’ascesa dei no e low alcohol, è emerso quanto diciamo da tempo: il vino perde valore quando viene scollegato dalla tavola, dal territorio, dalle relazioni umane.
Il concetto di moderazione consapevole, ribadito da Wine in Moderation, non è apparso come una limitazione, ma come una chiave di lettura moderna: bere meno, ma meglio; bere per capire, non per accumulare.
In questa visione, il vino resta un veicolo di convivialità, memoria e identità, a patto che venga raccontato con onestà e linguaggio inclusivo.
Ospitalità: il gesto prima della struttura
Il talk dedicato all’ospitalità ha spostato l’attenzione dal “lusso” inteso come standard alla qualità della relazione. Architettura degli spazi, design, servizio e storytelling funzionano solo se sono al servizio di un’idea più ampia: far sentire l’ospite parte di un luogo, non semplice consumatore di un’esperienza.
Un’accoglienza contemporanea capace di creare legami e memoria, soprattutto in una regione come la Sicilia, dove l’ospitalità è parte del DNA culturale. Ricordando che – come è stato detto – si può dimenticare una stanza, ma non una conversazione gentile.
Viaggio: benessere come trasformazione
A chiudere la giornata, il talk sul viaggio ha allargato ulteriormente lo sguardo. Il viaggio come atto trasformativo, come percorso di crescita personale, incontro e persino come “crisi creativa”: un’idea lontana dal turismo mordi e fuggi e molto più vicina a un’esperienza di consapevolezza, dove cibo, vino e paesaggio diventano strumenti di lettura del mondo.
Il viaggio come strumento per ritrovare equilibrio e senso, in una visione sempre più olistica del turismo.
Una Sicilia possibile

Gensy 2025 è stato anche il momento per raccontare un’associazione in evoluzione. Durante il congresso sono stati annunciati cinque nuovi ingressi, tra ristoranti e hotel, tra cui il primo associato nella provincia di Trapani. Un segnale chiaro di come La Sicilia di Ulisse stia costruendo nel tempo una rete coerente di luoghi, persone e visioni, più che una semplice “collezione” di eccellenze.
Il congresso si è chiuso con un messaggio chiaro: La Sicilia di Ulisse non vuole solo promuovere eccellenze, ma proporre un modello. Un modello in cui accoglienza, enogastronomia e viaggio parlano la stessa lingua: quella del rispetto, della cultura e dell’umanità.
Un messaggio che, per chi si occupa di vino e territorio, suona quanto mai attuale: senza racconto, senza relazione, senza consapevolezza, anche il vino più grande rischia di restare muto.
*A partire da questa edizione, la convention biennale dell’associazione ha assunto il nome Gensy, parola che richiama la radice latina gens, ovvero comunità, popolo, appartenenza. Un termine che ben rappresenta lo spirito dell’iniziativa: mettere al centro le persone, i territori e le relazioni. Andando oltre il prodotto per raccontare un sistema di valori condivisi.



