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Non basta la resilienza

resilienza Dipinto Olio su tela Franco Fizzotti Vendemmia 1973

Il 2026 si annuncia come un anno cruciale per il mondo del vino e dell’enogastronomia. Tra guerre, tensioni economiche, cambiamento climatico e mutata percezione del vino, la parola chiave sarà resilienza. Ma non basterà resistere: servirà ripensare linguaggi, prezzi e modalità di racconto per riconquistare soprattutto il pubblico più giovane.

Letteralmente “resilienza” è la capacità di una persona di affrontare momenti di difficoltà. Qualcosa che ha molto a che fare con il periodo che stiamo attraversando. Tanto che sta diventando una parola d’ordine. Un po’ come “ha da passà a nuttata” di Eduardo De Filippo in Napoli Milionaria

Il prossimo anno, il 2026, sarà con tutta probabilità molto indicativo in questo senso, anche per il mondo enogastronomico. Guerre, tensioni commerciali internazionali, eventi climatici sempre meno prevedibili ci saranno ancora. Tutti elementi che non sono positivi per il mondo del vino e che implicheranno una grande capacità di resilienza da parte dei produttori. Anche da parte di chi lavora in questo settore, rappresentanti, distributori, enotecari, ristoratori. importatori. Persino per chi organizza manifestazioni, pubblica libri, realizza siti on line dedicati al vino. 

Resistere non basta: serve un cambio di rotta

Sarà un anno dove la resilienza farà la differenza fra chi ce la farà e chi invece no. Certo, qualche schiarita s’intravede, ma chissà se ci saranno veri rasserenamenti. Speriamo, ovviamente. 

Intanto anche la percezione del vino da parte di settori del mercato sta cambiando e non in modo positivo. Dobbiamo perciò tutti collaborare per cercare d’invertire questa tendenza. Rendendo di nuovo accogliente e sorridente quel mondo che negli ultimi anni è divenuto sempre più elitario e respingente

Come riavvicinare il pubblico più giovane

Se non ne prenderemo atto seriamente possiamo scordarci di riavvicinare al vino gran parte del pubblico giovanile, quello dai 25 ai 35 anni per esser chiari. Come? Con vini più comprensibili, non eccessivamente costosi, con corsi di avvicinamento al vino più divertenti e agili, con un modo di parlare e di scrivere di vino alla portata dei più

Ci riusciremo? Non so, ma almeno proviamoci, perché la resilienza da sola non basta.

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