DegustazioniIn giro per cantine

Paternoster: cent’anni di Vulture. Una stella cadente?

Paternoster, Barone Rotondo

Cent’anni di Paternoster: tra il mito dell’Aglianico del Vulture, il nuovo corso dettato dalla famiglia Tommasi con Barone Rotondo 2020 e il recupero di un’antica nevaia, di grande valore archeologico, sociale e geologico. Ce ne parla Riccardo Viscardi.

Ormai lo sappiamo tutti: le stelle cadenti non esistono davvero — collassano ed esplodono, prima o poi. Ma l’immagine resta bella, romantica: l’idea di legarle a un desiderio ha sempre avuto qualcosa di consolatorio, quando i desideri sembravano sogni irrealizzabili.

Finisce così, sulla Freccia Argento che da Foggia mi riporta a Roma, la nostra 24 ore dedicata ai cento anni della Paternoster, storica e trainante azienda del Vulture nel trentennio 1985-2015.

La storia e il mito di Paternoster

L’iconico Don Anselmo, dedicato al fondatore, e il più moderno Rotondo rappresentavano due interpretazioni straordinarie dell’Aglianico del Vulture. Nacquero grazie all’energia vulcanica di Vito Paternoster, inizialmente con la collaborazione dell’enologo Leonardo Palumbo, poi con il fratello Francesco e il nipote Fabio Mecca, ancora oggi enologo aziendale.

Paternoster, verticale Rotondo. Fabio Mecca e Giancarlo Tommasi
Paternoster, verticale Rotondo. Fabio Mecca e Giancarlo Tommasi

Le prime avvisaglie di una certa “stanchezza produttiva” si sono avvertite intorno al 2010, senza però intaccare la qualità delle due etichette di punta. La successiva vendita dell’azienda alla famiglia Tommasi (oggi Tommasi Family Estates) avrebbe dovuto portare nuova linfa e vigore, ma i risultati, per ora, non si vedono. Anzi, le opacità sembrano aumentate, complice anche l’uscita totale di Vito Paternoster — figura dal carattere ingombrante, ma evidentemente dalle idee chiare.

Le verticali di Don Anselmo e Rotondo

Paternoster Verticale Rotondo


Durante la celebrazione del centenario, sono state proposte due
verticali: una di Don Anselmo e una di Rotondo, pensate per accompagnare il lancio del nuovo vino aziendale, l’Aglianico del Vulture Superiore Barone Rotondo 2020, che sostituisce integralmente il precedente Rotondo.

Le verticali hanno mostrato una notevole variabilità tra bottiglie dello stesso millesimo, probabilmente dovuta a partite di tappi non omogenee, motivo per cui è difficile e fuorviante descriverle nel dettaglio.
In linea generale, Rotondo ha mostrato una migliore tenuta nel tempo, soprattutto sul piano olfattivo, mentre Don Anselmo, con il suo portamento austero, ha offerto sensazioni gustative profondamente territoriali e affascinanti.

La nuova cantina e il progetto ricettivo

Paternoster cantinaAl debutto del Barone Rotondo 2020 è stata associata una suggestiva “cantina di invecchiamento” personale, frutto del bellissimo recupero di un’antica neviera.
Oltre al valore archeologico e sociale del progetto, colpisce la struttura stessa, che permette di “leggere” la storia geologica del Vulture: dalle origini pre-vulcaniche, alle eruzioni, al collasso, fino ai tempi attuali — come se si sfogliasse un libro verticale di roccia e tempo.

Non so quanto la nuova cantina sia funzionale dal punto di vista tecnico, ma l’emozione che si prova entrando è indiscutibile. In futuro è prevista anche una struttura ricettiva in una splendida villa all’interno della tenuta, oggi ancora in ristrutturazione.

La cantina di vinificazione invece è rimasta invariata: ampia, ma un po’ confusa, con le fasi di fermentazione, maturazione e imbottigliamento concentrate nello stesso ambiente — una scelta ormai datata. Gli spazi, tuttavia, si presterebbero bene a una razionalizzazione più moderna.

La cena e lo stile del territorio

Per finire la giornata, nei curatissimi spazi dell’accoglienza e dello shop aziendale — che ospitano anche gli uffici — è stata servita una cena straordinaria, ideata dallo chef stellato Vitantonio Lombardo, lo chef di riferimento della regione.
Un menù perfettamente bilanciato tra innovazione e tradizione lucana, con piatti saporiti e pensati per esaltare al meglio i vini della casa.

Riccardo Viscardi da Paternoster
Riccardo Viscardi da Paternoster

Ma come è il Barone Rotondo 2020?

Solo 2.500 bottiglie, proposte a un prezzo di circa 85 euro.
Un vino con poche luci e molte ombre sin dall’olfatto che, sebbene intenso e nitido, è dominato da note calde di confettura, con accenni leggermente affumicati, quasi “amaroneggianti”, se mi si concede l’azzardo. La trama gustativa è densa e compatta, ma manca di agilità e di un adeguato sostegno tannico a bilanciare la morbidezza. Nel finale prevalgono le sensazioni di densità e calore, rendendolo un vino adatto a chi ama stili potenti e muscolari, ma non a chi cerca eleganza e freschezza.

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1 commento

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Questa recensione è un vero capolavoro di ironia! Parlare di nuova linfa per unazienda dove lex capo è sparito come una nebbia densa nel Vulture, e poi descrivere una cantina che sembra più un labirinto che un luogo di lavoro… ma ok, forse cè un lato affascinante nel leggere caos. E poi il Barone Rotondo 2020: 2.500 bottiglie a 85 euro per un vino che sembra avere più ombre che luci, un vero muscoloso senza agilità! Però, se lidea di una cantina come un libro di roccia non vi ha fatto venire la pelle doca, probabilmente non siete allaltezza dellesperienza. A questo punto, forse sarebbe meglio cercare un vino più tranquillo, tipo unamarone che non vi sfugge dalle orecchie! 😄

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