Che l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone e il Frascati siano due storici bianchi laziali è provato da numerose testimonianze storiche. Che se ne trovino di buona qualità e “per tutte le tasche” lo testimoniano le nostre degustazioni.
La tradizione vitivinicola del Lazio, si sa, è antichissima. Pur senza andare indietro fino agli antichi romani, i cui vini erano completamente diversi da quelli che beviamo noi oggi, troviamo vini di denominazioni moderne le cui origini però sono storiche.
Mi riferisco all’Est!Est!!Est!!! di Montefiascone e al Frascati.
La leggenda dell’Est!Est!!Est!!!
La leggenda di questo vino si trova descritta persino nel disciplinare di produzione. «Il celebre vino Est Est Est lega il suo nome ad una leggenda, un misto di realtà e fantasia, che ha affascinato i viaggiatori di ogni tempo attratti dai “mirabilia“. Si racconta che nel 1111 un personaggio di rango (per alcuni un vescovo o un prelato, per altri un nobile), chiamato dai più Johannes Defuk, giunto in Italia al seguito dell’Imperatore Enrico V, conservando una grande predilezione per il buon vino e sapendo di trovarne di ottima qualità in Italia, abbia invitato il suo servitore Martino a precederlo lungo il tragitto alla ricerca del vino migliore e gli abbia chiesto di segnare il posto in cui degustava il più buono con il contrassegno Est. Defuk scendeva da cavallo e gustava il vino ogni volta che si imbatteva in questo segno. Giunto a Montefiascone incontra la porta di un’osteria non con uno, non con due ma con tre Est come segno di eccellenza». Risaliamo quindi niente di meno che al XII secolo.
Il Frascati
Amato da Marco Porzio Catone e dai pontefici, il vino paradigma del Lazio, per le grandi occasioni, sgorgava addirittura dalle fontane di Roma “con gran sollazzo del popolo il quale d’ogni sesso et età concorreva con fiaschi e tazze a bevere allegramente”. Anche in questo caso, basta andare a leggere il disciplinare di produzione per trovare i giusti riferimenti storici. «La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Tusculum”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani, la qualità e le peculiari caratteristiche del Frascati Superiore».
E, più oltre: «Un anonimo cronista al seguito del cardinale Scipione Borghese, raffinato buongustaio, così parla del Frascati, già noto nella prima metà del ‘600: “della bontà del sito non mi è necessario dirlo, perché la virtù et la varietà et la opportunità del terreno si mostra pur anco hoggidì, quando le sue vigne producono frutti et liquori di tale squisitezza, che io non intendo in quale parte si trovino migliori”».
Storicità conclamata
Ecco quindi che per entrambe queste denominazioni possiamo parlare di storicità conclamata. Storia parallela anche per quanto riguarda il cammino produttivo relativamente recente, quando con il boom quantitativo la qualità è andata scemando di pari passo. Ci troviamo oggi in una terza fase, possiamo dire così, che ha visto la riscoperta qualitativa di questi vini da parte delle aziende più lungimiranti. Ne abbiamo scelte due, ognuna emblematica per ciascuna denominazione.
Famiglia Cotarella
Né i fratelli Renzo e Riccardo Cotarella né il colosso creato tra Lazio e Umbria hanno bisogno di presentazioni. Sono tanti i vini (e i successi) di questa azienda nata nel 1979 a Montefiascone. Ormai la gestione è passata nelle mani della nuova generazione al femminile, quella di Dominga, figlia di Riccardo, e di Enrica e Marta, figlie di Renzo, mentre la direzione tecnica è saldamente nelle mani di Pierpaolo Chiasso. Oltre ai vini di altissimo profilo sensoriale, troviamo anche vini da tutti i giorni, come questo.
Fontana Candida
Fontana Candida è sinonimo di Frascati, azienda fondamentale per la diffusione di questo vino in tutto il mondo. La grande azienda laziale ha dato prestigio a un vino bistrattato in tempi recenti valorizzando questa denominazione grazie a vini dalle qualità indiscusse come il Vigneto Santa Teresa e soprattutto il Luna Mater, dalla sorprendente longevità. La gestione della cantina è nelle mani del Gruppo Italiano Vini, artefice dell’indubbia crescita qualitativa dei vini prodotti.