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Angelo, le roi Gaja

È lui, Angelo Gaja, il produttore ormai over 80 conosciuto in tutto il mondo come papà del Barbaresco e icona del vino italiano di qualità. Uomo carismatico e molto intelligente, è considerato un ambasciatore del made in Italy enologico nel mondo.

In Francia i suoi colleghi e gli appassionati di vino lo chiamano così. Lui è Angelo Gaja, classe 1940, un signore che ha letteralmente lanciato il Barbaresco tra i più famosi, prestigiosi e costosi vini del mondo, sdoganandolo dal ruolo di fratello minore del grande Barolo.

Ha preso in mano l’azienda di famiglia agli inizi degli anni Settanta, prima affiancando suo padre Giovanni, uomo di grande peso in Langa e che fu persino sindaco di Barbaresco, poi facendo tutto da sé. Impostò i tre “cru” della cantina, il Sorì San Lorenzo, che già c’era, poi il Sorì Tildin e infine il Costa Russi, ai quali fu dato un nome diverso da quello topografico dei vari vigneti, per poter depositarne i marchi, registrandoli, e rendendoli così unici e irripetibili, dei veri monopole.

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Iniziò a usare le barrique per i vini a base Nebbiolo, come aveva visto fare a Bordeaux e soprattutto in Borgogna, regione che ha sempre conosciuto benissimo, tanto da essere stato per alcuni anni importatore dei vini del Domaine de la Romanée Conti. Perché Angelo non è solo un produttore di vini, è molto di più. È un uomo carismatico, intelligentissimo, abile, è stato un imprenditore di grande efficacia, si è fatto conoscere e apprezzare in mezzo mondo tanto da essere considerato più o meno universalmente il punto di riferimento della vitienologia italiana di qualità.

Certo, avere le spalle coperte da sua moglie Lucia, una vera colonna in azienda, avere tre figli in gambissima, come Gaia, Rossana e Giovanni, che hanno garantito, come del resto fece lui a suo tempo, un felice passaggio generazionale, lo ha aiutato parecchio.

Nel frattempo alla cantina di Barbaresco si sono aggiunte la Gaja Distribuzione, le aziende di Santa Restituta a Montalcino e Ca’ Marcanda a Bolgheri, e alle mitiche etichette di Barbaresco quelle dei Barolo Conteisa e Sperss, del Darmagi, del Gaia e Rey e dell’Alteni di Brassica, rispettivamente Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon. Poi c’è lui, che gira ancora il mondo, che viene considerato una star e un ambasciatore internazionale del miglior Made in Italy possibile, come Armani o la Ferrari, che tiene conferenze in almeno tre lingue e per beneficienza, raccontando la storia recente del vino italiano, come farebbe un grande giornalista.

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