Poche e semplici regole ispirate al principio dell’abbinamento cromatico. Un sistema basato soprattutto sull’esperienza e il buon senso e che normalmente funziona. Parola di Daniele Cernilli.
Col mio storico amico Silvano Prompicai, alias “il mitico Prompi”, lo utilizziamo da anni e ci troviamo benissimo. Alludo a quello che noi chiamiamo l’abbinamento cromatico e che consiste in pochissime regole, molto semplici e intuitive, con le quali stabilire il giusto accostamento fra vini e cibi.
Non voglio sbeffeggiare tutti quei sommelier che su argomenti del genere ci passano una vita di studi, i loro sono sistemi quasi scientifici, il nostro è solo dovuto a esperienza e buon senso, ma non ha alcuna pretesa di infallibilità. Poche regole, dicevo, e ispirate al principio dell’armonia cromatica.
Bianchi e spumanti
Con dei cibi di colore bianco, pesci, formaggi freschi, risotti, carni bianche, è meglio scegliere vini bianchi. Avete presente la fonduta col Riesling? Oppure un Gavi con del pesce al vapore? Le fritture, dove la fragranza vince, “chiedono” vini spumanti, altrettanto fragranti. Anche un Prosecco di Valdobbiadene (non un “prosecchino”). Poi provate la burrata con il Trentodoc blanc de blancs o con uno Champagne e vedrete. Bianchissima con bianchissimo.
Rossi e rosati
Se passiamo a cibi di colore rosso, pasta al pomodoro, zuppa di pesce, carni al sangue, allora va scelto un vino rosso giovane, color rubino. Un Gragnano con la pasta con la “pummarola”, un bel Chianti Classico o un Valpolicella Classico con una bistecca alla griglia, un Bardolino con la bouillabaisse. Con piatti cotti a lungo, arrosti e brasati, ma anche stufati, che hanno colori più carichi, quasi marroni, vanno in scena i grandi rossi invecchiati, dal colore granato, un po’ mattonato.
Per i rosati è la stessa storia. Aragosta, salmone, anche prosciutti di Parma o di San Daniele e, a seconda del colore più o meno intenso, dagli spumanti rosé ai Chiaretto del Garda, passando per i rosati da Negroamaro e per finire con i Cerasuolo d’Abruzzo.
Vini dolci e da meditazione
Con i formaggi stagionati, parmigiano, grana in genere, vini ossidativi, come i Marsala o gli Sherry. Vanno benissimo con l’aceto balsamico tradizionale, i vini prodotti col sistema Solera non fanno altro che replicare quelle caratteristiche. E formaggi gialli e muffati con vini gialli e muffati. Gorgonzola e Sauternes, ad esempio.
Se ci fate caso il cromatismo impera, domina la scena, ed è molto più facile da capire rispetto all’analisi del grasso intrinseco o aggiunto, dei tannini che sgrassano certe cose a dell’acidità che ne compensa altre. O del ruolo dell’anidride carbonica e via dicendo.
Non sarà sempre perfetto come metodo, però vi assicuro che funziona spessissimo e col Prompi ci divertiamo come matti a scandalizzare i benpensanti dell’abbinamento.




3 commenti
Buon pomeriggio. Circa tre anni fa ho scritto un libro sull’argomento affrontando il tema dei coloridel cibo e di come abbianrli ai colori del vino. “Colori del gusto. Come abbinare il vino ai colori del cibo” edito Ethicando editore, io sono Matteo Marco Galiano. Mi occupo di formazione nel settore enogastronomico da oltre un decennio per conto di ASPI e con il mio marchio Tibevo. Mi occupo anche di altra formazione ma gliela spiegherò. Mi piace abbia ripreso l’idea dell’abbinamento a coloro e mi farebbe piacere confrontarci sul tema. Possiamo sentirci? il mio numero è 3488078445. Grazie e buona serata
Molto divertente, un approccio più leggero semplice ed efficace al vino , un suggerimento di un metodo di abbinamento intuitivo e facilmente assimilabile dagli appassionati evitando di cadere in tecnicismi che hanno stancato e creato distanza dal consumatore , ottima intuizione
Daniele Cernilli, sei assolutamente unico. Anzi, siete in due, a essere “unici”.
Dubito che i benpensanti -come li chiami- si limitino a scandalizzarsi… Avranno, immagino, la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue.
🤣🤣🤣