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Cucina italiana patrimonio Unesco: riconoscimento storico

Cucina italiana riconosciuta patrimonio Unesco

La cucina italiana entra ufficialmente nel Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco: un traguardo che premia biodiversità, territorio, filiere agroalimentari e tradizioni culinarie. Dal mondo agricolo al settore vitivinicolo, passando per le eccellenze DOP e IGP, tutti gli attori del Made in Italy esprimono soddisfazione per un riconoscimento che rafforza l’identità culturale del Paese e apre nuove opportunità sui mercati internazionali.

La cucina italiana è ufficialmente entrata nel Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco, diventando la prima cucina nazionale al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza. Una notizia storica che premia non solo la qualità dei piatti, ma l’intero sistema culturale, agricolo e sociale che dà vita al Made in Italy agroalimentare.

Il riconoscimento valorizza un modello unico al mondo, fondato su biodiversità, legame con i territori, pratiche sostenibili, convivialità e trasmissione dei saperi culinari. Una cucina che non è solo tradizione, ma un patrimonio vivo capace di generare economia, identità e innovazione.

“Oggi l’Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale”. Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle ForesteFrancesco Lollobrigida, commentando il riconoscimento dell’Unesco alla Cucina Italiana Patrimonio dell’Umanità.
“Questo riconoscimento celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e visione – prosegue il Ministro Lollobrigida –. La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione”. 

Brindisi per la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco al Vinitaly 2023 con il ministro Francesco Lollobrigida, la premier Giorgia Meloni e il presidente di Veronafiere Federico Bricolo

Veronafiere: “Un riconoscimento che dà forza alle imprese del vino e del food”

Anche Veronafiere celebra l’ingresso della cucina italiana nel Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, un percorso iniziato simbolicamente nel 2023 con un brindisi al Vinitaly e coronato oggi dalla decisione del Comitato riunito a New Delhi. Il presidente Federico Bricolo, presente nella capitale indiana per una tappa della Vinitaly Preview, sottolinea come il riconoscimento dia ulteriore valore alla ricchezza enogastronomica nazionale e rafforzi il lavoro delle imprese del vino, del food, dell’olio EVO e della ristorazione.

Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare

Legacoop Agroalimentare: una pratica sociale radicata nei territori

Per Cristian Maretti, la cucina italiana è una pratica sociale che nasce dal lavoro delle comunità agricole e dalla loro capacità di custodire biodiversità e saperi tradizionali. Il riconoscimento premia filiere sostenibili e identità locali.

Treccani–Qualivita: le IG come fondamento della cucina italiana

Secondo Mauro Rosati, direttore  Fondazione Qualivita, e Massimo Bray, direttore generale i Treccani, l’ingresso nel Patrimonio Unesco conferma il ruolo essenziale dei prodotti DOP e IGP nella costruzione della nostra identità gastronomica. Le Indicazioni Geografiche rappresentano il legame più forte tra territorio, cultura ed enogastronomia.

Lamberto Frescobaldi, presidente UIV

Uiv: cibo e vino, un legame indissolubile

Per Lamberto Frescobaldi (Uiv), il riconoscimento celebra un sistema nel quale cibo e vino crescono insieme da secoli. Il settore vitivinicolo, con un peso rilevante nell’export, si prepara a promuovere ancora più efficacemente il Made in Italy nel mondo.

CIA: premiata la collaborazione dal campo alla tavola

Il presidente Cristiano Fini (CIA) evidenzia la sinergia tra agricoltori e ristoratori come punto di forza della cucina italiana. L’Unesco valorizza un patrimonio fatto di ricette regionali, prodotti autentici e biodiversità agricola.

Giacomo Ponti, presidente Federvini

Federvini: vini, spiriti e aceti al centro della convivialità

Secondo Giacomo Ponti (Federvini), vini, distillati e aceti sono elementi chiave della cultura della tavola italiana. Il riconoscimento Unesco premia uno stile di vita che unisce tradizione, convivialità e prodotti simbolo della nostra identità gastronomica.

Città del Vino: qualità e identità territoriale come valori guida

Per Angelo Radica, presidente dell’Associazione Città del Vino, il risultato è frutto di un forte lavoro di squadra. I Comuni a vocazione vitivinicola hanno sostenuto la candidatura promuovendo il legame tra produzione, cultura e identità territoriale, valori centrali nel progetto Unesco.

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Federdoc

Federdoc: le Denominazioni d’Origine come presidio culturale

Federdoc saluta il riconoscimento sottolineando il ruolo delle Denominazioni d’Origine, custodi della memoria dei territori e parte integrante della cucina italiana. Per il presidente Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, l’Unesco conferma ciò che il mondo riconosce da sempre: la cucina italiana è storia, tradizione e identità. Le DO restano un presidio di qualità, tracciabilità e sostenibilità.

Nomisma: impulso all’identità e all’export

Per Paolo De Castro (Nomisma), il riconoscimento rafforza l’identità dei prodotti italiani e sostiene l’export agroalimentare, che continua a crescere nonostante l’incertezza dei mercati. Un titolo che aiuterà anche nella tutela del Made in Italy dall’Italian sounding.


Un patrimonio che unisce tradizione, economia e futuro

L’ingresso della cucina italiana nel Patrimonio Unesco rafforza il valore culturale ed economico del nostro sistema agroalimentare. Una conquista che tutela l’autenticità dei prodotti, sostiene le filiere e, grazie anche al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, apre nuove opportunità di promozione internazionale per il Made in Italy.

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