DegustazioniVini per tutte le tasche

La riscossa del Pecorino

Vigneti Abruzzo terra sole mare

Come molti vitigni autoctoni italiani, ha rischiato l’estinzione per trovare adesso la sua rivincita tra la provincia di Ascoli Piceno e l’Abruzzo. Ne segnaliamo due abruzzesi dall’ottimo rapporto qualità prezzo: Barba e Citra.

A metà dell’Ottocento le viti di Pecorino venivano coltivate nelle Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio e Puglia. Tuttavia, le basse rese di questa varietà indussero i produttori ad abbandonare il vitigno a favore di altri più prolifici. 

La riscoperta nelle Marche

Il suo ritorno nelle Marche è dovuto a un produttore marchigiano, la cui azienda possiede vigne situate nella zona Doc dei Colli Ascolani di Falerio. Il disciplinare di questa denominazione incluse l’aggiunta di uve Pecorino. Grazie al successo ottenuto con la vinificazione di Pecorino al 100%, la varietà ha ottenuto la sua specifica Doc nel 2001 con il nome di Pecorino di Offida. 

Un habitat perfetto in Abruzzo

In Abruzzo, il Pecorino trova un habitat perfetto e anche qui i produttori hanno cominciato a produrre il Pecorino in purezza con risultati di elevata qualità e dal crescente successo commerciale. Viene incluso anche in alcuni spumanti prodotti nella zona Doc del Controguerra.

È una varietà che matura presto, preferisce i siti collinari freschi ed elevati. La ragione per cui questo vitigno condivide il nome con il noto formaggio omonimo rimane incerta, ma può riferirsi ai movimenti stagionali dei pastori e delle loro greggi, che tradizionalmente avvengono nelle regioni dove appunto si trova il vitigno Pecorino. 

Uva Pecorino
Il Pecorino nelle altre regioni

In Puglia (dove, a volte, va sotto il nome di Uva Piccoletta o Uvina), in Umbria (dove è noto come Uva delle Pecore o Uva Pecorina) e nel Lazio (dove spesso viene identificato come Trebbiano Vicio), il Pecorino può essere usato come componente minore in bianchi secchi. 

I vini a base di Pecorino hanno un buon tasso di alcol e di acidità, pertanto posseggono il potenziale per invecchiare piuttosto bene.

Ne segnaliamo due abruzzesi, uno da una realtà privata e uno di una cantina sociale, entrambi di ottimo livello qualitativo.

Barba, una vera fattoria nel Teramano

Quella dei fratelli Barba è una vera, grande fattoria nel Teramano, con oltre 680 ettari di proprietà, dei quali 400 dedicati alla zootecnia e alla produzione di latte, 62 alla viticoltura e un centinaio ad altre coltivazioni agricole. Vigne collocate nelle aree più vocate delle zone Colle Morino, Casal Thaulero e San Lorenzo. Questo è il piccolo impero di Vincenzo, Giovanni e Domenico Barba, che propongono vini sempre molto ben fatti, con alcune punte di assoluta eccellenza e dal rapporto qualità/prezzo sorprendente.

Citra, il gigante abruzzese

Questo gigante della vitienologia abruzzese raccoglie la produzione di 9 cantine cooperative dell’Abruzzo Citra, che corrisponde all’incirca alla provincia di Chieti, coinvolge tremila famiglie di viticoltori della zona, proprietari di ben seimila ettari vitati, e rappresenta l’esempio più interessante di cooperativa di secondo livello dell’Italia del centromeridionale. Dispone di 22 tecnici, tra agronomi ed enologi, che seguono la produzione dalla vigna alla cantina per una gamma di vini vastissima, incentrata soprattutto sui vitigni tradizionali: Montepulciano, Trebbiano, Pecorino Passerina, Cococciola e Montonico.

PER LEGGERE LE DESCRIZIONI DEI VINI, CON IL PUNTEGGIO E IL PREZZO MEDIO A SCAFFALE, CLICCA SULLE SCHEDE SOTTOSTANTI.

DEGUSTAZIONI

PRODUTTORI

Che ne pensi di questo articolo?

Questo sito utilizza cookie tecnici per il suo funzionamento ed il miglioramento dell’esperienza utente e non fa uso di cookie di profilazione. Proseguendo nella navigazione o accettando la presente informativa, presti il consenso all’utilizzo dei cookie tecnici.

Clicca qui per leggere la nostra Cookie Policy