Nella tradizione dei rosati pugliesi, il Negroamaro gioca il ruolo di primo attore. Vinificato in rosa dà un vino fine, fruttato e molto vivo, dall'aroma delicato.
L’80% dei rossi e dei rosati della Puglia vede nel loro uvaggio una notevole percentuale di Negroamaro. Quest’uva, probabilmente introdotta nell’arco ionico dai Greci, trova la sua massima diffusione nel leccese, nel brindisino e in provincia di Taranto. Di produzione abbondante e costante, si adatta benissimo ai terreni aridi e ai climi caldi.
I rosati del Salento
Vinificato in rosa, spesso insieme alla Malvasia Nera, il Negroamaro è il protagonista dei famosi rosati salentini. La tendenza della viticoltura pugliese ormai affermata, tesa alla riqualificazione dei suoi vini (un tempo commercializzati sfusi e in gran parte destinati al taglio), ha iniziato a dare i primi frutti anche per quanto riguarda questo vitigno in rosa.
Abbiamo scelto tre rosati di tre produttori diversi: il superclassico Salento Rosato Five Roses 79° Anniversario 2022 Leone de Castris, il Salento Negroamaro Rosé Kreos 2022 Castello Monaci e un nuovo nato, il Salento Negroamaro Tacco Rosa 2022 Tenute Stéfano.
Leone de Castris
Piernicola Leone de Castris è l’erede di una dinastia di viticoltori salentini, la cui origine risale ad almeno tre secoli fa, e che hanno dato un contributo decisivo alla cultura della vite e del vino in Puglia. Oggi guida una cantina moderna ed efficiente, che sforna etichette di pregio e che fa onore alle sue storiche radici.
Castello Monaci
Vitantonio Seracca Guerrieri e sua moglie Lina Memmo, ultima erede degli antichi proprietari, sono i fortunati castellani di questo luogo di sogno nei pressi di Salice Salentino. Il Castello Monaci è una struttura fortificata risalente al Cinquecento, ed è stata più volte restaurata. Tutto intorno vigne a perdita d’occhio, circa 210 ettari, oggi curati dal Gruppo Italiano Vini che si occupa anche della produzione vitivinicola e della commercializzazione.
Tenute Stèfano
Dario Stefàno è Senatore della Repubblica con il cuore di vignaiolo. Nel 2019 veste i panni del produttore di vino con la consulenza del famoso enologo, Riccardo Cotarella. Nel cuore della Doc del Negroamaro, sulla strada tra Brindisi a Lecce si trovano le sue vigne. Qui c’è roccia già a 60 cm di profondità, in alcuni punti anche meno, e questo costringe le radici a rimanere in superficie facendo sì che venga assorbita più acqua e si abbia una maturazione più lenta. Questa la particolarità quasi unica che unita al vento e al sole rendono fragranti e caratteristici i profumi di questo rosato.