DegustazioniVini per tutte le tasche

Una Schiava per l’estate

Ringraziamo del fatto che l’Alto Adige abbia riscoperto, e stia rilanciando, il vitigno Schiava-Vernatsch, un tempo il più diffuso, poi decaduto e oggi di nuovo in considerazione. La Schiava Fass Nr. 9 di Cantina Kellerei Girlan merita davvero la bevuta anche, o forse soprattutto, in questi mesi così caldi.

La Schiava in Alto Adige ha corso seriamente il rischio di sparire nonostante rappresentasse il cuore della tradizione vitivinicola del Südtirol. Dal 70% della superficie vitata fino agli anni Settanta del secolo scorso a poco meno del 10% attuali. Le motivazioni sono tante e in alcuni casi piuttosto valide: l’esaurirsi di mercati fondamentali per la tipologia come Svizzera e Germania, il successo crescente dei vini bianchi ecc.

Il risultato resta che questo vino, tipico, piacevolissimo, versatile e moderno ha conosciuto una gravissima crisi. Per fortuna, negli ultimi anni, produttori più avveduti e lungimiranti hanno impresso un deciso cambio di atteggiamento e quindi promozione e valorizzazione di questo vino, impianto di nuovi vigneti nelle zone più vocate, ma soprattutto la consapevolezza delle potenzialità commerciali della Schiava.

Si tratta di un vino di grande bevibilità, con tannini setosi, un alcol equilibrato e che va bevuto a temperatura fresca, quasi da vino bianco e che è in grado di abbinarsi pressocché a qualsiasi piatto. Il merito di questa rinascita della Schiava è di molti: piccoli produttori, aziende private importanti e, naturalmente, cantine cooperative. Tra queste ultime la Cantina Girlan rappresenta un vero baluardo della tipologia. Famosa per la ormai mitica Schiava Gschleier, hanno fatto da sempre un punto d’onore nel conservare la produzione di questo che è il vero vino popolare del Südtirol.

Ma di un altro vino a base Schiava vogliamo parlare. Si tratta della Fass Nr.9 (Botte Numero 9), una Schiava imbottigliata per la prima volta nel 1961 e che attualmente viene prodotta in circa 100mila bottiglie. L’annata 2022 per la tipologia è di quelle annate che sarà difficile dimenticare: semplicemente perfetta. E la Fass9 non fa eccezione: Cernilli direbbe “da bere a secchiate” e in questo caso mi pare proprio l’espressione giusta.

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