EditorialeFirmato DoctorWine

Trentaquattro guide dei vini

I mesi primaverili sono quelli in cui iniziano le degustazioni per la realizzazione delle guide dei vini. Con tante edizioni alle spalle, ogni anno in questo periodo mi ricordo di tutti i collaboratori, i degustatori, i colleghi con i quali ho assaggiato, commentato, discusso per arrivare a una visione condivisa.

Con quella che stiamo iniziando a scrivere quest’anno, la nona edizione della Guida Essenziale ai Vini d’Italia di DoctorWine, arriverò a quota trentaquattro in totale fra quelle che ho ideato, diretto o alle quali ho semplicemente collaborato. Ben 24 furono quelle con il Gambero Rosso, una con Bibenda e poi queste nove. Se, come ho calcolato, mi è capitato di scrivere circa 300 schede per guida, sono molto vicino alle diecimila in totale. Un mare di assaggi, di commenti, di punteggi, ma anche di racconti di storie di produttori e dei loro vini.

Sono passati molti anni dagli inizi, che furono pieni di entusiasmo e di dilettantismo, come accade sempre, e mi è capitato di lavorare con almeno tre redazioni, che sono anche cambiate nel tempo, e con moltissimi colleghi, alcuni dei quali divenuti in seguito delle vere star della critica enologica italiana. Gli inizi con Petrini, Bonilli, Piumatti, Gabbrielli e tra i collaboratori Ziliani, Masnaghetti, Sangiorgi, Arru, Pizzillo. Poi arrivarono Arrigoni, Sabellico, Viscardi, Cappelloni, Gentili, Rizzari, Supp, Pederzolli, Colomba, Mojoli, Taschler e tanti altri. Fino agli ultimi anni della mia collaborazione lì, quando i “giovani leoni” erano Eleonora Guerini, Gianni Fabrizio, Paolo De Cristofaro, Antonio Boco e Giuseppe Carrus. Nel 2011 passai per un anno a Bibenda, dove c’erano tra gli altri Daniele Scrobogna, Massimo Billetto, Paolo Lauciani, Luciano Mallozzi, Alessandro Brizi, Monica Coluccia e Armando Castagno.

Dal 2014 ci fu poi la guida di DoctorWine, e il gruppo vide subito con me Riccardo Viscardi, Dario Cappelloni, che erano già al Gambero, poi Stefania Vinciguerra, Antonella Amodio, Flavia Rendina, Livia Belardelli, Chiara Giannotti, Iolanda Maggio, Sissi Baratella tra le “signore del vino” e Luciano Lombardi, Marco Manzoli, Fabrizio Carrera, Federico Latteri, Fabio Casamassima, Fabrizio Sartore, Mauro Giacomo Bertolli, di nuovo Colomba e Brizi. Ma ne dimentico molti e me ne scuso.

Se scorrete però questi nomi, vedrete che molti di loro hanno fatto percorsi importanti nel mondo della letteratura enogastronomica italiana. Qualcuno l’ho letteralmente “svezzato” nelle varie redazioni e magari facendogli da relatore ai corsi di degustazione o nei master specifici e devo dire che è qualcosa di cui vado fiero ma che mi ricorda che il tempo passa inesorabilmente.

Ricominciando per l’ennesima volta a scrivere una guida dei vini, che sarà anche un prodotto di altri tempi ma che vuole soprattutto essere un’inchiesta annuale sul vino italiano di alta qualità, mi vengono in mente tutti loro, le migliaia di assaggi fatti insieme, le discussioni appassionate, l’impegno, le vacanze estive quasi sempre saltate perché realizzare un volume come una guida è una vera lotta contro il tempo. Ci sono gli assaggi, ovviamente, poi le schede, le traduzioni, l’impaginazione, la stampa. Ci vuole tempo e attenzione in ognuno dei passaggi. Ci vogliono competenza e precisione nella scrittura. Ci vuole un sacco di passione.

Perciò, in questo momento, voglio augurare a tutti coloro che lavorano per la nostra Guida Essenziale, ma anche a tutti i colleghi con i quali ho collaborato per tanti anni, il mio più sincero “buon lavoro”.

Che ne pensi di questo articolo?