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Vinitaly 2022, parola d’ordine: concretezza

Dopo due anni di “astinenza” lo aspettavamo tutti e le attese non sono state deluse. Questo Vinitaly ha marcato l’inizio della ripartenza con segnali concreti.

“Vinitaly 2022 registra il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera, 88.000”, con queste parole Veronafiere sottolinea il successo di una fiera che tutti volevano ma dalla quale nessuno sapeva cosa aspettarsi.

Le attese infatti erano alte, soprattutto per la necessità di ripartire con fiducia, ma considerata l’incertezza globale c’era anche un certo scetticismo diffuso. Invece no. I produttori con i quali abbiamo parlato (veramente tanti) concordano con quanto dichiarato dall’ente fiera: dopo la positiva “prova generale” di ottobre (della quale avevamo scritto qui), questo 54° Vinitaly si è dimostrato utile per riallacciare contatti, stabilirne di nuovi, vedere clienti e un selezionato numero di appassionati di alto livello.

La presenza di operatori esteri era tangibile, con una massiccia partecipazione europea (oltre due terzi degli stranieri) e tanti nordamericani. Per ovvi motivi mancavano i buyer russi e anche il numero di asiatici era ridotto, ma nel complesso è stata possibile aprire rapporti con Paesi nuovi, quindi, a detta di tutti, c’è stata la possibilità sia di consolidare il business avviato che di aprire nuove opportunità.

Probabilmente ha aiutato anche il fatto che quest’anno il Vinitaly è stata la prima fiera internazionale ad aprire il calendario degli appuntamenti, precedendo ProWein che è stata rimandata a maggio, il che forse ha dirottato su Verona diversi buyer nordeuropei, ma anche sul fronte degli operatori italiani c’è da registrare una buona partecipazione, con un aumento delle presenze dal sud d’Italia e, in generale, un’ottima qualità.

Quindi nell’insieme se si è ridotta la quantità degli ingressi si è aumentata la qualità, il che è quanto i produttori richiedevano a gran voce da anni.

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