Pochi sanno che Napoli è il secondo territorio europeo per estensione di vigneti urbani. Certo, la Città Metropolitana di Napoli è grande, estendendosi oltre l’area comunale, ma i vigneti metropolitani si insinuano tra il cemento e l’asfalto della città, creando scorci di particolare bellezza.
Spesso si tende a pensare che la viticoltura sia solo legata alla campagna, a luoghi isolati e immersi nel silenzio della natura. È invece sorprendente scoprire come molti vigneti siano integrati nel tessuto urbano delle città, a pochi passi dal centro storico. A Torino, ad esempio, la cantina Balbiano si occupa della vigna con oltre 400 anni di storia impiantata a Villa della Regina per volere di Anna d’Orleans, una nobile francese che sposò Vittorio Amedeo II di Savoia.
All’interno delle antiche mura di Brescia ci sono diversi ettari di vigne, mentre nel cuore della medievale Siena è possibile scorgere filari di viti a piede franco destinati principalmente a consumo privato. Nel convento del Sacro Cuore a Trinità dei Monti a Roma un antico vigneto produce il “Vino Gallico”, mentre a Venezia, si produce il vino in laguna e in alcuni palazzi della Serenissima. Il quartiere La Giudecca e l’isola delle Vignole ne sono esempi. Di Firenze ne ha parlato il collega Paolo Valdastri in un recente articolo.
I vigneti metropolitani in Campania
Tra i primati della viticoltura campana (tra cui il maggior numero di varietà di vitigni che supera quelli presenti in tutta la Francia), spicca Napoli come secondo territorio europeo per estensione di vigneti metropolitani, con Vienna in vetta alla classifica. La città partenopea detiene l’egemonia regionale con vigneti metropolitani che si snodano per circa 200 ettari, abbracciando il caldo sole che scende dalla cima del Vesuvio fino al cuore della città.
Un’originale mappa urbana si intreccia con i vigneti che si trovano all’interno dei confini della città. Le vigne sono situate tra il Vomero e Posillipo, tra il cratere di Agnano, le colline dei Camaldoli e Chiaiano e l’area dello Scudillo. Rappresentano un paesaggio di ineguagliabile bellezza, in cui l’uomo custodisce le vigne all’interno del complesso tessuto urbano della città partenopea, convivendo in perfetta armonia con la natura.
La particolarità che rende questi vigneti urbani unici è la capacità di radicarsi in un territorio che, insieme alla sua provincia, rappresenta una delle poche zone a livello mondiale dove si conserva la coltivazione tradizionale a piede franco grazie all’origine vulcanica del suolo, permettendo così di preservare la vite e le antiche forme di allevamento.
I vigneti metropolitani in Campania rappresentano anche la viticoltura eroica e si trovano sparsi a macchia di leopardo in vari areali. In costiera sorrentina e amalfitana, nelle isole e nell’entroterra campano. Un esempio emblematico sono le Alberate Aversane, candidate all’Unesco, dove i grappoli di uva Asprinio crescono vigorosamente nei cortili delle case resistendo con forza all’urbanizzazione circostante.
Le vigne metropolitane, con i loro filari eroici, resistono al cemento e alle strade trafficate delle città. Producono vini che sono frutto del lavoro e della dedizione degli agricoltori che nonostante le difficolta delle coltivazioni nel contesto urbano non abbandonano la terra.