In occasione del 25° anniversario del suo Sangiovese di punta, Poggio Valente, Elisabetta Geppetti, con i figli Clara ed Ettore, ha organizzato una degustazione verticale di questo cru maremmano.
Ricordo quando conobbi Elisabetta Geppetti, ben più di vent’anni fa. La conoscevo di fama, ovviamente, e conoscevo i suoi vini, ma non ci eravamo mai incontrate. Partecipavamo a una tavola rotonda con le donne del vino toscane. C’erano lei, Elisabetta Stucchi Prinetti di Badia a Coltibuono, Ginevra Venerosi Pesciolini della Tenuta di Ghizzano, Laura Bianchi di Castello Monsanto, Donatella Cinelli Colombini e, come giornaliste, Patrizia Cantini ed io. Al di là della bella circostanza, mi colpirono la sua bellezza, la sua eleganza, la sua classe.
Siamo diventate amiche e ho seguito l’incredibile percorso che ha fatto con la sua Fattoria Le Pupille. Da reginetta del Morellino di Scansano a titolare di un’azienda di profilo internazionale, con due vini altamente iconici: il Saffredi, taglio bordolese, e il Poggio Valente, Sangiovese in purezza. Proprio quest’ultimo cru, con l’uscita dell’annata 2021, festeggia i 25 anni e per l’occasione è stata organizzata una verticale di 20 annate del vino a Firenze.
La genesi Poggio Valente
Tutto era nato, infatti, nel 1996 con l’acquisto di 10 ettari di vigneto esposti a sud-ovest su una collina con vista sul borgo di Pereta e sul Monte Amiata. Altitudine importante ma non troppo elevata, circa 300 metri, terreni sabbiosi con un substrato di arenaria misto ad argilla. Sembrava l’ideale per un Sangiovese, all’epoca non ancora in purezza come dopo il 2012, ma già fortemente identitario. Prima annata prodotta la 1997.
Elisabetta era rimasta affascinata da questo vigneto, successivamente ripiantato, e ha trasmesso questo suo amore ai figli Clara ed Ettore, oggi con lei in azienda, la prima da 12 anni al marketing e alle vendite, il secondo dal 2019 alla produzione. Ed è stato proprio Ettore a parlare del vino, della sua storia recente, con le ultime annate, dalla 2014, ormai fuori dalla Docg Morellino, purtroppo, segno che la denominazione non riesce a sostenere vini di questo posizionamento.
2021: l’annata del 25° anniversario
Riguardo l’ultima annata, la 2021, Ettore ha ricordato come sia stata un’annata che ha dato grandi risultati in cantina a fronte di una minima riduzione della quantità. Ha aggiunto Elisabetta: “L’evoluzione dello stile di Poggio Valente va verso una sempre maggiore eleganza del frutto, in coerenza con tutta la collezione di Fattoria Le Pupille”. Dopo la degustazione, non possiamo che essere d’accordo con lei, avendo notato l’impegno a lasciarsi alle spalle la potenza propria dei primi decenni del 2000, che forse ammiccava un po’ ai mercati internazionali. È evidente la ricerca di maggiore tensione, eleganza, leggiadria, pur senza rinnegare l’animo maremmano del vino.