Parliamo del Trebbiano d’Abruzzo di Valentini, che sta uscendo in questi giorni. Come da decenni, l’arrivo della bottiglia è accompagnato da una lettera manoscritta (di Edoardo prima, del figlio Francesco Paolo adesso) che racconta le scelte aziendali dell’annata.
Ogni anno da tanto tempo in questi giorni mi arriva una lettera scritta a mano e una o più bottiglie in assaggio. Me le mandava Edoardo Valentini e continua a farlo dal 2006 suo figlio Francesco Paolo. Lo hanno sempre fatto per amicizia e stima reciproca e non certo per altri motivi. Non hanno mai avuto alcun bisogno di punteggi e critiche favorevoli per vendere i loro vini, che, come sanno tutti gli appassionati, vanno letteralmente a ruba.
La cosa più bella è che sia Edoardo, sia ora Francesco Paolo, hanno sempre scritto rigorosamente a mano, con grande attenzione, raccontando dell’andamento stagionale e vendemmiale, dei dati analitici dei vari vini e del perché hanno deciso di imbottigliare o di vendere sfuso questo o quello.
Per quanto riguarda quest’anno Francesco Paolo ha deciso di mettere in vendita soltanto il Trebbiano d’Abruzzo del 2020. Niente Montepulciano d’Abruzzo, che del resto non esce da alcuni anni, niente Cerasuolo d’Abruzzo, che per l’annata del 2023 che sarebbe dovuta uscire, non è stato ritenuto all’altezza. Con il solito rigore “valentiniano”.
Le notizie sul Trebbiano però sono davvero interessanti e importanti. Intanto la vendemmia è stata fatta ai primi di ottobre, come si faceva un tempo. Poi, i dati analitici sono ottimi. Gradazione alcolica di 12,20, acidità totale di 6,40, ph addirittura di 2,99 e acidità volatile di 0,32. Sembrano aridi numeri, invece raccontano di un vino agile e potenzialmente molto longevo, aspetti irrinunciabili per la filosofia aziendale.
Mi ricordo che proprio Edoardo una volta mi disse “Sai, ho deciso di non mandare più i miei vini a un critico. A lui piacciono i vini giovani e morbidi, il contrario di quello che faccio io, e non mi va di vedere scritto ogni anno quanto sono stato somaro”.
Ora quel vino, che è arrivato da poco, sta riposando per un po’ prima di stapparlo e assaggiarlo. Almeno un paio di settimane. Perché deve riprendersi dal viaggio e bisogna rispettare i suoi tempi. Che sono e saranno lunghi, come sempre.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
1 commento
la saggezza dei protagonisti fa ben sperare per tutto il mondo del vino.