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Consumo di vino e salute, parlano gli esperti (2)

Consumo di vino, Ilaria l'erba della vicina

Abbiamo visto ieri come le evidenze scientifiche ci invitino a distinguere tra consumo alcolico generico e consumo moderato di vino. Oggi vediamo i possibili effetti positivi del consumo moderato e informato di vino.

Contrariamente a quanto sostenuto da alcune posizioni estremamente prudenti, esiste una mole di ricerche scientifiche – epidemiologiche e cliniche – che evidenzia possibili ricadute positive sulla salute pubblica associabili a un consumo moderato di vino. Ovviamente ciò non significa incoraggiare la popolazione a bere alcolici per motivi salutistici, ma riconoscere che un consumo moderato, all’interno di uno stile di vita sano, può associarsi a esiti di salute migliori rispetto sia all’abuso sia all’astensione totale, per specifici indicatori.

Miglior profilo cardiovascolare nei bevitori moderati di vino

Numerosi studi internazionali hanno riscontrato un miglior profilo cardiovascolare nei bevitori moderati di vino rispetto sia ai grandi bevitori sia ai non bevitori. Una recente revisione sistematica indipendente condotta dalla National Academies of Sciences, Engineering and Medicine (NASEM) ha concluso che un consumo moderato di vino (distinto chiaramente dall’abuso) può associarsi a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e della mortalità generale. Una riduzione quantificabile in circa -16% di rischio di morte negli uomini e -23% nelle donne rispetto ai non consumatori https://nap.nationalacademies.org/catalog/28582/review-of-evidence-on-alcohol-and-health. Questi dati, frutto di un ampio consenso di esperti sottoposto a peer-review, confermano l’esistenza di un “effetto protettivo” statisticamente rilevato nei bevitori moderati. 

Minor rischio cardiaco

In particolare per il rischio cardiaco, l’apporto moderato di vino sembra correlato a minor incidenza di coronaropatie e ictus rispetto sia agli astemi che ai bevitori pesanti (pmc.ncbi.nlm.nih.gov). Ad esempio, uno studio europeo recente ha osservato che bere vino in piccole dosi all’interno di una dieta mediterranea può ridurre del 50% il rischio di eventi cardiovascolari gravi. Un effetto notevole, paragonabile o superiore a quello di alcuni interventi farmacologici, secondo gli autori dello studio (EHJ 2025 ). Sebbene tale percentuale vada presa con cautela e contestualizzata (i partecipanti erano individui anziani ad alto rischio cardiovascolare, seguiti in Spagna), il dato supporta l’esistenza di benefici tangibili in contesti specifici. 

Oltre al cuore, il metabolismo può trarre giovamento da piccole quantità di vino: evidenze indicano un minor rischio di diabete di tipo 2 nei consumatori moderati, probabilmente per effetti favorevoli del vino sul metabolismo glucidico e una migliore sensibilità insulinica (pmc.ncbi.nlm.nih.gov). Anche sul fronte delle malattie neurodegenerative, alcuni studi suggeriscono un’associazione tra consumo moderato di vino e minore incidenza di demenza e declino cognitivo (pmc.ncbi.nlm.nih.gov), grazie sia ai polifenoli (come il resveratrolo) con azione antiossidante e anti-infiammatoria, sia al ruolo del vino nel contesto sociale (convivialità e stimoli cognitivi legati al pasto condiviso).

Non più di una bottiglia di vino a settimana

È importante sottolineare che questi effetti benefici emergono tipicamente in regimi di consumo “low-to-moderate” (basse dosi regolari). Un’analisi del 2024 ha evidenziato come il beneficio cardiovascolare del vino scompaia superando una certa soglia: indicativamente non più di 1 bottiglia di vino a settimana (circa 3-7 bicchieri in totale) – oltre questo limite, i vantaggi tendono a svanire (EHJ 2025). Ciò indica che la moderazione è fondamentale: i potenziali effetti positivi si manifestano solo entro intervalli ristretti di consumo. I bevitori moderati e abituali di vino ai pasti hanno dunque profili di rischio diversi (in meglio) rispetto sia agli astemi sia ai bevitori eccessivi.

Vale anche la pena citare posizioni equilibrate assunte da enti di ricerca e salute: ad esempio, la revisione narrativa di Hrelia et al. (2023) conclude che il vino differisce dalle altre bevande alcoliche e il suo consumo moderato non solo non aumenta il rischio di malattie cronico-degenerative, ma è associato a benefici per la salute, in particolare se inserito in un modello di dieta mediterranea”. Nella stessa analisi si evidenzia che nei Paesi mediterranei e non, il consumo moderato di vino si associa a maggiore longevità, a ridotto rischio cardiovascolare e a nessun aumento apprezzabile del rischio complessivo di cancro. Pur ribadendo che l’astensione totale è la scelta più cautelativa per prevenire i tumori (concetto su cui torneremo), gli autori confermano che nell’equilibrio generale degli esiti di salute il vino moderato ha un impatto neutro o favorevole su molte patologie. 

Un bicchiere di vino al giorno

Analogamente, le Linee Guida dietetiche di molti Paesi (inclusa l’Italia e gli Stati Uniti) storicamente hanno riconosciuto che, per gli adulti in buona salute, un bicchiere di vino al giorno può rientrare in una dieta equilibrata. La stessa prossima edizione delle Dietary Guidelines for Americans si baserà sulle evidenze NASEM citate per distinguere chiaramente tra consumo moderato e abuso, riconoscendo i diversi effetti sulla salute.

In sintesi, un consumo moderato e informato di vino – cioè limitato nelle quantità (di norma ≤1-2 unità al giorno, a seconda di sesso e corporatura), contestualizzato nel pasto, e integrato in uno stile di vita sano attivo e ricco di frutta e verdura – può avere ricadute neutrali o financo positive in termini di salute pubblica. Ciò è ben diverso dal consumo di qualsiasi bevanda alcolica in modo indiscriminato. La sfida scientifica attuale è continuare a studiare questi effetti per capire meglio meccanismi e limiti. Ad esempio, confermare se il beneficio osservato nei bevitori moderati di vino sia causale o dovuto anche ad altri fattori (dieta complessiva, status socioeconomico, ecc.). 

Tuttavia, negare aprioristicamente qualunque possibile effetto positivo del vino, malgrado evidenze epidemiologiche pluridecennali e tradizioni storico culturali antiche millenni, rischia di rappresentare una semplificazione non supportata dall’insieme dei dati disponibili.

La vignetta utilizzata per l’apertura è di Ilaria Traverso, “L’erba del vicino”. Tratta dal concorso di (eno)satira Spirito di Vino, edizione 2023, categoria Under 35, organizzato dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia.

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