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Ristorante La Valle di Fidenza

Ristorante La Valle di Fidenza, la sala

Un ristorante di successo, elegante e moderno, con un’ottima carta dei vini (ricarichi non proprio alla mano) e una cucina all’altezza. La Valle è un classico e riuscito esempio di fine dining.

Con Irina, la mia compagna, viaggiamo il più possibile. Recentemente abbiamo fatto un lungo viaggio che ci ha portato dalla Toscana, al Lago di Como, a quello di Garda, fino al ritorno a casa, a Roma.  Durante questo viaggio abbiamo mangiato in parecchi locali diversi, ma solo dallo Chef di uno di questi, saputo del nostro viaggio di ritorno, ci è giunto il perentorio invito a fare tappa proprio a Fidenza, a La Valle

L’arrivo al Ristorante La Valle

Trattasi di una villa di campagna, ad una decina di chilometri dal casello dell’autostrada, qualche curva in leggera salita ed eccoci arrivati. Entrando si passa davanti al lungo bancone in legno per poi affacciarsi sulle sale interne, dove, sempre in legno, ci sono i pochi tavolini elegantemente e modernamente apparecchiati.

Veniamo accolti da personale sorridente ed elegante e subito ci vengono portati i menù che prevedono vari menù degustazione, piatti alla carta, salumi, formaggi e dolci. 

Molto bella e vasta la carta dei vini che, come la zona insegna, è ricca di amanti dello champagne. E qui ne trovate in carta davvero molti. Ma la vastità e qualità delle possibilità enologiche non si ferma alle bollicine francesi, ma spaziano su tutta Italia ed anche da altre parti del mondo. Davvero tante bottiglie, molte anche blasonate, con ricarichi adeguati al tenore del locale, ma in alcuni casi hanno ecceduto. In controtendenza la proposta dei pochissimi rosati in carta: alla fine ne abbiamo scelto uno fuori carta, che ci hanno rinfrescato al momento.

La proposta gastronomica

La proposta gastronomica è da tradizione locale, fortemente rivisitata, alleggerita e con forme al confine con il fine dining più classico, senza mai compiutamente arrivarci.

Abbiamo scelto di andare alla carta, tanto poi io e lei ci scambiamo i piatti, così assaggiamo più cose: un monumentale Cavatello di pasta fresca, cerfoglio, lumache allo spiedo, senape; un più normale Fusillone Panarese, ostrica, barbabietola, kimchi, yogurt; un gustoso e saziante Controfiletto e spalla di pecora Cornigliese, bieta, aglio orsino, hot sauce fermentata di more e pera nobile; un buonissimo Piccione d’Anjou alla brace, coscette confit (leggermente troppo piccanti), variazione di barbabietola, emulsione di miso e scalogno. Abbiamo finito con un innovativo e molto buono Zabaione al Marsala, con caramello, arachidi salate, semola. 

Era un giorno infrasettimanale e il ristorante era pieno, quindi è di successo. A noi il servizio, pur se di alto livello, è sembrato un po’ lento, che con tutti i riti del fine dining si è ulteriormente allungato. Sia chiaro, niente di tragico, ma due ore e mezza per due portate e il dolce sono un po’ lunghe. 

Comunque si sta bene, si mangia molto molto bene, si beve benissimo e siamo ben contenti di aver programmato una sosta per provarlo. Ricordatevi che per la bella stagione hanno dei bei tavoli all’aperto.

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