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Ci ha lasciato Giacomo Oddero

Giacomo Oddero

Giacomo Oddero è stato un personaggio dalle intuizioni geniali, un uomo che ha dato tanto alla sua terra, le Langhe. Si è spento lunedì 21 all’età di 98 anni.

«Un visionario che ha saputo costruire le basi del turismo enogastronomico, consolidando lo stretto legame tra vino e territorio. – Così ricorda Giacomo Oddero il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Nella sua esperienza professionale e amministrativa ha sempre saputo cercare e trovare un equilibrio tra le persone e tra i territori. Questa terra lo ricorda per la sua preziosa eredità e per quell’intuizione che l’ha portato alla fondazione dell’acquedotto delle Langhe che è stato alla base della crescita e dello sviluppo di questo territorio».

Nato il 16 settembre 1926 in frazione Santa Maria di La Morra, Oddero si diploma al liceo classico ad Alba nel 1946. Nel 1950 si laurea in Farmacia a Torino, da lì in poi, per tutti, sarà “il farmacista di via Maestra”. Entra in politica intorno agli anni ’60, diventa sindaco di La Morra dal 1965 al 1970. Dal 1970 al 1987 è consigliere e assessore provinciale all’agricoltura. Dal 1976 al 1992 ricopre il ruolo di Presidente della Camera di Commercio di Cuneo e dal 1992 al 2006 quello di Presidente della Fondazione Crc. Contemporanemente,  dal 1990 al 1995, è Presidente dell’Ente Turismo e Presidente dell’acquedotto delle Langhe dal 1971 al 199, inoltre è stato presidente dell’Onaf, consigliere nazionale Onav e sommelier ad honorem.

L’impegno per l’azienda di famiglia e per il territorio

La storia contemporanea dell’azienda Oddero è inestricabilmente legata alla sua figura. Figura eclettica e dai vasti interessi culturali, a partire dagli anni ’50 Giacomo rinnovò l’antica azienda agricola e cominciò una lunga battaglia per elevare la qualità e il prestigio dei vini. Non solo quelli da lui prodotti, ma dell’intera Provincia di Cuneo.

“Sono nato nel 1926, la mia prima vendemmia è stata a 15 anni; quindi, si può dire che ho vendemmiato più di 80 volte. Ricordo la prima: c’era ancora il bue che portava a casa le bigonce piene di vino, la pigiatura si faceva in grossi tini coi piedi. Si torchiava a mano e specialmente gli ultimi pezzi, le ultime torchiature erano veramente dure e difficili ed erano fatte dagli uomini più robusti. Già allora avevo capito che il problema più grande di queste colline era la mancanza di acqua». Così dichiarava lo stesso Giacomo Oddero e proprio da questa considerazione era nato il suo impegno per l’acquedotto delle Langhe.

«La famiglia ricorda l’impegno generoso e in particolare l’integrità di Giacomo Oddero – ci dice il nipote, Pietro Viglino – che fu davvero curatore innamorato di Alba e delle Langhe».

Liberamente e parzialmente tratto da La Gazzetta di Alba:  https://www.gazzettadalba.it/2025/04/la-morra-e-il-territorio-albese-piangono-la-scomparsa-di-giacomo-oddero/

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