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Il vino nella GDO italiana: numeri, tendenze e prospettive

Vino nella GDO italiana

La Grande Distribuzione sta cambiando pelle. Da luogo dove si vendevano bottiglie anonime e a basso prezzo a superficie ampia e dedicata al vino anche e sempre più di qualità.

C’è stato un tempo in cui comprare vino al supermercato era considerato un ripiego: bottiglie anonime, qualità standardizzata e una selezione pensata più per il prezzo che per il palato. Quel tempo è finito. Oggi la grande distribuzione è il canale dominante per il vino in Italia, e non solo per il volume delle vendite. Molti consumatori, per questioni di tempo, di opportunità e di comodità, acquistano qui le proprie bottiglie di vino. 

Dai più recenti dati di vendita emerge un quadro chiaro: la GDO pesa per circa il 70% sul totale del mercato del vino in Italia. Ma attenzione: la crescita non è più solo una questione di volume, ma anche di valore. La battaglia si gioca sulla capacità di offrire prodotti più caratterizzati, con un’identità forte, mentre la fascia bassa, quella dei vini da pochi euro a bottiglia, mostra segnali di sofferenza.

Le vendite: chi sale e chi scende

L’ultimo biennio ha segnato un rallentamento nelle vendite a volume, con un calo attorno al 3%, mentre negli ultimi 12 mesi, il valore è aumentato di quasi il 3%. Si vendono meno bottiglie, ma il valore del settore cresce. Perché? L’inflazione ha aumentato i prezzi, certo. Ma non è solo questione di rincari: gli italiani bevono meno ma scelgono meglio.

La fascia bassa – i vini da tavola economici – è in sofferenza (-17% in cinque anni), mentre i vini di fascia premium (Doc/Docg) tengono meglio e gli spumanti continuano a crescere (+20% dal 2019). Il messaggio è chiaro: il consumatore cerca valore nel bicchiere, orientandosi verso vini più identitari, territoriali e di qualità, segno che il consumatore è disposto a spendere di più per una bottiglia percepita come migliore. I vini fermi perdono terreno, mentre gli spumanti continuano a crescere, grazie al successo del Prosecco ma anche a una maggiore diversificazione dell’offerta. Poi c’è il fenomeno del vino low alcol e zero alcol: una nicchia, certo, ma in rapido e crescente sviluppo. La GDO si sta trasformando: non più semplice luogo di approvvigionamento, ma un vero e proprio laboratorio di esplorazione e scoperta per il consumatore.

Dove porta la strada?

Tre sono le direttrici principali che definiranno il futuro del vino in GDO.

  1. Il nuovo ruolo delle private label
    Se un tempo i vini a marchio del distributore erano sinonimo di prezzo contenuto, oggi alcune insegne stanno costruendo delle vere e proprie selezioni di qualità. Questo sta ridisegnando la competizione e ponendo le cantine di fronte a scelte strategiche: accettare il ruolo di copacker: fornitori per i retailer, rafforzare la propria identità di brand o competere stando in equilibrio su entrambe le arene?
  2. Localismo e personalizzazione
    I supermercati stanno diventando sempre più attenti alle specificità territoriali. Non si tratta solo di proporre il classico “vino della regione”, ma di costruire assortimenti che parlano al cliente di una determinata area geografica, con offerte mirate e limitate. La segmentazione territoriale sarà sempre più spinta, trasformando la distribuzione da mass market a multi-micro-market.
  3. L’esperienza di acquisto si trasforma
    L’e-commerce ha ridefinito le abitudini dei consumatori, ma non ha ucciso il negozio fisico. Anzi, il supermercato sta cercando di diventare un luogo di esperienza: corsie dedicate, degustazioni, packaging innovativo e scaffali che guidano nella scelta. Il cliente vuole sentirsi coinvolto e guidato, non solo raccogliere bottiglie dagli scaffali.

Un settore in piena mutazione

Il vino nella GDO non è più un comparto immobile e prevedibile. Gli assortimenti si affinano, le strategie si diversificano e la percezione dei consumatori cambia. Chi ancora lo considera un mercato di “seconda scelta” è rimasto indietro di almeno un decennio. La vera sfida, ora, è capire quale direzione prenderà questo grande cambiamento e chi sarà pronto a coglierne le opportunità.

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