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Intervista al professor Giorgio Calabrese

Giorgio Calabrese, dietologo

Educazione è la parola chiave per imparare a capire come e quanto vino bere per non provocare danni al nostro organismo e goderci un buon bicchiere di vino, ne parliamo con Giorgio Calabrese.

Il consumo del vino oltre che consapevole deve essere moderato e adattato alle caratteristiche fisiche e all’alimentazione di ogni singolo individuo per “togliere il medico di torno”. 

Sono questi i suggerimenti che emergono dalla nostra chiacchierata con il professor Giorgio Calabrese, nutrizionista di fama e Presidente del Comitato nazionale sicurezza alimentare del Ministero della Salute. Lo abbiamo interpellato per sdoganare un argomento molto vasto, sempre attuale e contradetto quale “vino e salute”

Codice della Strada 2024, tasso alcolometricoSi parla troppo spesso di abuso di vino e non di superalcolici, il tema è tornato alla ribalta in virtù delle novità imposte dalle nuove norme del Codice della strada che lo fissa a 0,5 g/l

Lo scenario è altrettanto complesso, registra tanti cambiamenti (ne citiamo solo qualcuno), dalla riduzione del consumo pro-capite, all’aumento dei dazi, al cambiamento climatico, all’estirpazione dei vigneti per ridurre la produzione di uve e alla nuova moda dei vini dealcolati. 

La scelta giusta qual è? Oltre che usare il buon senso, scegliere di bere sempre un buon vino, la condivisione poi valorizza la convivialità, e non dimentichiamo che il vino è anche storia e cultura.

Prof. Calabrese siamo curiosi di sapere se le piace il vino, quale e quando lo beve?

Non sono un gran bevitore e preferisco vini giovani e soprattutto spumanti.

Vino e salute, il tema è molto dibattuto. Un noto detto recita: “un bicchiere di vino al giorno leva il medico di torno”. È vero?

Per i maschi anche due bicchieri mentre un bicchiere per le donne per motivi enzimatici, ma bisogna sempre sapere essere moderati perché il vino che è un alimento liquido non è un farmaco e quindi deve essere commisurato a chi siamo e a cosa mangiamo. Il superare queste dosi sopradescritte può creare un’induzione a steatosi epatica, cosa che succede spesso nei giovani che non hanno ancora il fegato maturo enzimaticamente. 

Giovani e alcol. Lei consiglia di non far bere l’alcol ai giovani, non hanno la giusta maturità e il loro organismo non è ancora pronto a metabolizzarlo. Cosa succede al loro corpo?

Se gli enzimi che scindono l’alcol e l’acetaldeide non sono ottimali, l’alcol crea problemi al fegato e al cervello per cui è giusto farsi consigliare dal medico quando, quanto e come poter assumere l’alcol.

Si disprezza il vino per l’alcol ma non il super alcolico. Perché?

Per motivi commerciali: il Nord Europa produce solo superalcolici e quindi fa guerra ai Paesi del Sud Europa che offuscano la loro vendita.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è impegnata in una guerra “culturale” contro l’alcol in generale e il vino in particolare. In quanto Presidente del Comitato tecnico nazionale della sicurezza alimentare come reagisce a questa operazione di demonizzazione del vino?

Io penso che sia giusto fare le giuste valutazioni partendo dal fatto che la dose di alcol nel vino non supera spesso i 12° e quindi se associato al cibo migliora la digestione. L’abuso crea invece danni ma anche l’abuso di olio extravergine può far male, eppure si tratta di un prodotto salutista e pregiato. Poi nessuno si occupa della birra e delle bevande a basso tenore alcolico che vengono bevute al posto dell’acqua per dissetarsi e invece creano danni.

Le accuse al vino arrivano anche dalla dottoressa Antonella Viola. Sostiene che non esiste un livello di consumo di alcolici che non sia a rischio e che anche un consumo moderato di alcol danneggia il cervello e aumenta il rischio di tumori. Cosa risponde?

Lei pensa che noi beviamo il vino, io invece penso che noi mangiamo il vino che è un alimento liquido come l’olio e il latte. Bisogna solo osservare le regole ed evitare i superalcolici.

Il vino dealcolato, un non-vino, è la panacea di tutti i mali?

Non è una panacea, la stessa tecnica commerciale l’hanno usata per le bevande zuccherate che sono state trasformate in light. Non mi pare che il mondo sia più sano.

Secondo lei qual è la “ricetta” per intervenire nel modo più adeguato?

Educare nelle scuole e nei posti di lavoro ad accoppiare il vino ad altri alimenti solidi e berlo con moderazione.

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