Montalcino: un paradiso per storia, cultura, vino. Qui Gogu Cacuci, come nel Paradiso di Dante, ha trovato il suo “IX Cielo”.
Nel 2017 Gogu Cacuci, un medico, imprenditore e appassionato di enologia, è alla ricerca di una tenuta vitivinicola a Montalcino da acquisire. Incontra il proprietario di una piccola azienda che si trova in Località Paradiso, già presente sul territorio sin dal 1964. I due hanno un vissuto e delle prospettive per il futuro molto diversi tra loro. Ma i valori sono in comune, tanto che nel passaggio della proprietà saranno incluse anche la consegna di una tradizione e di un profondo rispetto del territorio. Così, quel podere di poco più di 6 ettari cambia proprietario e nome, e si avvia verso una nuova storia come Paradiso di Cacuci.

Il podere si trova nel versante nord-ovest di Montalcino. A circa 370 metri di altitudine, accanto alla collina di Montosoli. Un suolo dalla struttura geologica complessa con presenza di argille, arenarie e scisti. Rocce magmatiche e un fitto bosco influiscono sul microclima con temperature che tendono ad essere più fresche rispetto ad altre zone del territorio. I vini che nascono qui hanno dunque tutti gli elementi necessari per esprimere freschezza, eleganza, finezza e un grande potenziale d’invecchiamento. Con la nuova proprietà saranno tradotti in realtà grazie a tecniche di produzione innovative ma con una filosofia tutt’affatto interventista e, soprattutto, conservando un’anima che si rifà al passato.
Il nuovo proprietario si impegna da subito a sviluppare quel progetto col quale vuole dare nuova vita all’azienda. Determinato ad esprimere l’essenza del rapporto tra l’uva e la terra dalla quale nasce. Le prime mosse concrete tendono quindi alla valorizzazione della produzione vinicola mettendo in opera notevoli investimenti nei vigneti. Cinque ettari dedicati al Brunello e uno al Rosso di Montalcino. In vigna vengono messi al bando diserbanti e pesticidi, in cantina si lavora con il minimo intervento in fase di vinificazione.
Il team
Del team al quale è affidata l’azienda fa parte l’enologo Giuseppe Gorelli, profondo conoscitore del territorio e allievo di quel maestro del Sangiovese che fu Giulio Gambelli, dal quale aveva imparato che “meno si interviene sul vino e meglio è”. È la figura che si allinea in pieno alla filosofia del Paradiso di Cacuci. Della vigna si occupa l’agronomo Roberto Lamorgese, impegnato tra l’altro nel progetto di transizione al biologico. Un team contenuto, che rispetta il senso artigianale dell’azienda, con Francesco Ditta che si occupa della parte commerciale estero e delle pubbliche relazioni, dando molto spazio al contatto diretto con i consumatori per i quali sono a disposizione una tasting room, che si trova nei locali che una volta erano adibiti alla stalla, e 4 stanze dedicate ad agriturismo.
La produzione annuale è di media intorno alle 25mila bottiglie (con una fluttuazione che dipende dall’annata) tra Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino Riserva e Rosso di Montalcino. La produzione del Brunello si basa, dopo la fermentazione in acciaio, su decantazioni statiche e malolattiche naturali e l’affinamento, che avviene in botti grandi di rovere di Slavonia, anche se si protrae per un periodo maggiore rispetto a quello stabilito dal disciplinare è privo di forzature, così che nel bicchiere il legno risulti molto neutro e delicato.
Il Brunello di Montalcino IX Cielo
Nella produzione spicca il top di gamma, il Brunello di Montalcino IX Cielo. Un vino concepito per rappresentare la più alta espressione del territorio del nord ovest, che riassume in sé ed esalta tutta la filosofia aziendale. Le uve provengono esclusivamente dai 9 filari di un vigneto vecchio di 40 anni. Si producono con la massima attenzione a pratiche non invasive, circa 2mila bottiglie l’anno. Fermenta in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata, con delestage (che sostituisce vantaggiosamente i rimontaggi classici) e macerazioni prolungate, matura per minimo 36 mesi in botti di rovere di Slavonia, accompagnato fin qui senza filtrazioni. Una ricerca, quella dell’azienda, per riportare nel vino le caratteristiche immediate del frutto. Per esaltare la freschezza e la particolarità di immediatezza, ma che possa garantirne anche un lungo invecchiamento.
Il rispetto della tradizione è la cifra stilistica del Paradiso di Cacuci e i metodi enologici poco invasivi ne rappresentano la filosofia, per portare nel bicchiere la massima espressione del nord ovest di Montalcino.