Avete assistito, da bravi lettori, all’ingresso in sala e alla lettura del menù (nel primo articolo) e allo scenico arrivo dei primi piatti (nel secondo) nel ristorante stellato? Allora rilassatevi e godetevi il resto della serata.
La serata dal divino ristoratore nel ristorante stellato è avviata, i piatti arrivati confermano la scenografia e qualità di una cucina stellare con quantità molto poco terrene. È giunto il momento di volgere lo sguardo sulla sala e dedicarsi agli altri avventori.
Provate a fare l’identikit dei compagni di (s)ventura.
Vale la pena che vi distraiate un poco dai problemi del cibo e cominciate a guardarvi intorno.
Scoprire chi sono i vostri compagni di avventura non dovrebbe essere un grande problema perché, proprio se la giornata è particolarmente favorevole, ai tavoli difficilmente conterete più di dodici persone. (Un sabato sera del marzo scorso un “divino ristoratore” di Milano ha raggiunto la quota record di 23 commensali).
Mettetevi alla prova e riconoscete:
- un “divino ristoratore” in trasferta, valutato mezzo punto in meno nell’ultima edizione di una delle guide di turno, venuto per verificare di persona la malafede del suo recensore;
- il ristoratore “aspirante divino” che è venuto in incognito per imparare;
- il “divino” produttore di vino e il suo rappresentante di zona venuti per far assaggiare al “divino ristoratore” tutta la produzione della nuova annata;
- l’acerrimo concorrente del “divino” produttore di vino arrivato troppo in ritardo per sfoderare le sue bottiglie.
E gli altri? concentratevi… ma sì, sono loro:
- il redattore della Guida dell’Espresso;
- il blogger da un milione di follower che si sta godendo i proventi delle centinaia di ospitate gratuite;
- l’amico del redattore del Gambero Rosso che “dà una mano per la Guida”;
- il PR con un ospite giapponese molto importante;
- l’aspirante playboy che cerca di farla cedere con una cena da vertigini;
- l’ispettore della Guida Michelin sotto mentite spoglie.
Il vero avventore
Su uno solo, comunque, non avrete dubbi. Quello che è arrivato lì perché voleva, una volta nella vita, provare le delizie del divino ristoratore. Che ha scartabellato per mesi tutte le guide, ha stampato i commenti e i giudizi apparsi su Tripadvisor, ha ritagliato le recensioni di qualunque quotidiano e periodico gli sia capitato tra le mani, non si è perso nessuna puntata delle trasmissioni gastronomiche di Rai, Mediaset, La7 e financo TV2000. Che ha messo da parte il gruzzolo e poi si è buttato.
Lo riconoscerete da come subisce, ormai senza più reazioni, ogni scoperchiamento di piatto, da come invoca disperatamente, ma solo con gli occhi, un rabbocco di pane al vassoio d’argento, da come spazzola, tra una portata e l’altra, i riccioli di burro adagiati nel ghiaccio tritato, da come vi assomiglia profondamente e malinconicamente.
Quando lo avrete individuato fategli un sorriso: non mitiga la fame, ma aiuta a sopravvivere.
Liberamente tratto da “RuvidaMente.com”, per gentile concessione dell’autore Stefano Milioni: https://www.milioni.com/controcucina/il-divino-ristoratore/