DegustazioniIn giro per cantine

Cabernet Sauvignon Tenuta Liliana: il Salento del Futuro

Tenuta Liliana Salento

Antonio e Liliana Intiglietta hanno puntato sul Cabernet Sauvignon per la loro tenuta nel Salento. A sostenerli nel loro progetto il direttore dell’azienda Andrea Fattizzo, agronomo ed enologo, con la consulenza di Carlo Ferrini. Ce ne parla Erika Mantovan.

Nel profondo del Salento, una vecchia casa di Parabita, a 12 chilometri da Gallipoli, si è trasformata nel 2017 in una Tenuta, dando il nome al suo vino, come accade per i Grand Cru Classé bordolesi. In modo coraggioso, dopo approfonditi studi sui terreni, Antonio Intiglietta ha puntato sul Cabernet Sauvignon. Il progetto, chiamato Tenuta Liliana, è dedicato alla moglie, un “Atto d’Amore” o forse di “Follia” che possiamo tranquillamente definire un “Atto per il Futuro”: un’eredità per i tre figli e i sette nipoti, oltre che per il territorio. “Ci auguriamo che sviluppino amore per questa terra e per il progetto”, dice Liliana Intiglietta. 

La decisione di intraprendere questa avventura nasce anche dalla volontà di reagire al flagello degli ulivi causato dalla Xylella, sentendo il dovere di tutelare e costruire un futuro con gli strumenti giusti: terra e tecnologia. È stata persino recuperata una ex cava di tufo, ora trasformata in una cantina high-tech.

La nascita del Cabernet Sauvignon Tenuta Liliana

Tenuta Liliana, Antonio e Liliana Intiglietta
Tenuta Liliana, Antonio e Liliana Intiglietta


Il
Salento Cabernet Sauvignon Igp 2022 Tenuta Liliana, con un costo medio tra enoteca e ristorante di 70 €, è il risultato di numerose sperimentazioni. A realizzarlo è la squadra scelta da Intiglietta, composta dal vivaista francese Pier Marie Guillaume e dagli enologi Carlo Ferrini e Andrea Fattizzo. La squadra ha individuato cloni e parcelle adatte ad ambientarsi nel clima soleggiato e ventoso del Salento. L’uva francese diventa così interprete di un territorio dove mancava un elemento di provocazione, portato avanti con una progettualità che ha visto l’estensione dei vigneti da 4 a 12 ettari, suddivisi in cinque appezzamenti in regime biologico

I suoli, distribuiti tra Gallipoli e l’entroterra, comprendono terreni diversi: terra rossa con pietra e roccia, e terre di sabbia e limo. “In ognuna di queste parcelle abbiamo cercato la voce della finezza più che della potenza, senza dimenticare di ascoltare la loro anima antica e complessa”, afferma Ferrini. L’obiettivo è ampliare la gamma e affermarsi in queste terre puntando su qualità e stile. Tra i progetti futuri figurano due cru dedicati a nuovi Cabernet e un bianco, previsto per il 2027, che sarà affinato in anfora per una produzione complessiva di 70.000 bottiglie.

Obiettivo: longevità

Tenuta Liliana, Salento Cabernet Sauvignon
Tenuta Liliana, Salento Cabernet Sauvignon


Il Cabernet Sauvignon Tenuta Liliana punta alla
longevità: le analisi mostrano numeri promettenti, con 14,20% di alcol, 6,35 di acidità totale e un pH di 3,63. Le vigne, allevate a cordone speronato con una densità di 5.950 piante per ettaro e un sesto d’impianto di 2,10 x 0,80 m, ospitano cloni selezionati di Cabernet Sauvignon (685, 169, 412) su portainnesti R110, Gravesac e SO4. La produzione, che punta all’eleganza più che alla potenza, utilizza uve provenienti da piante giovani (impiantate nel 2018). Per questo debutto sono state prodotte 20.000 bottiglie.

In degustazione, il vino si presenta promettente, con un velo di terrosità tipico della fase iniziale, che ben si abbina a piatti raffinati come la Terrina di fagiano e capriolo al vadouvan con salsa suprema, creata dallo chef Antonio Guida al Ristorante Seta all’interno del Mandarin Hotel di Milano.

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