Quella di affinare i vini sott’acqua non è solo una moda: le condizioni che si creano sotto il mare sono molto favorevoli alla maturazione del vino. Ha fatto la prova Antonella Amodio, assaggiando gli spumanti di Tommasone affinati in cantina e sott’acqua.
Gli under water wines sono vini affinati nelle acque marine, in fondo al mare, immersi dopo il classico processo di vinificazione e il successivo imbottigliamento in vetro.
Uno dei temi di più stretta attualità in ambito enologico è il processo di affinamento del vino nelle acque marine, che pare abbia preso piede grazie al ritrovamento nel 2010 di 168 bottiglie di Champagne tra i relitti di una nave affondata nel XIX secolo, nei fondali del Mar Baltico, vicino alle isole finlandesi di Åland. Questa nave avrebbe dovuto trasportare le bottiglie inviate da Luigi XVI allo zar Pietro il Grande. L’incidente risale ai primi anni ’40 dell’Ottocento.
Le analisi condotte hanno rivelato che molte di queste bottiglie erano in eccellenti condizioni di conservazione, mostrando una notevole integrità e qualità organolettica, tanto che alcune di esse furono vendute all’asta.
Che cosa ha determinato la conservazione ottimale di queste bottiglie?
Le principali motivazioni sono la capacità delle acque marine di creare condizioni stabili e molto favorevoli all’affinamento del vino: temperatura costante, assenza di luce e rumori e la pressione delle acque profonde che esercita sulla bottiglia, fornendo un ambiente privo di ossigeno che rallenta l’invecchiamento, frena le ossidazioni, cullato dal lento ondeggiare delle correnti. Ciò si rivela importante poiché rimane intatta la ricchezza delle caratteristiche organolettiche una volta riportato in superficie la bottiglia. Il mare gioca un ruolo di “ibernazione“, di scudo naturale che preserva la longevità ai vini. Inoltre, per gli spumanti svolge una funzione naturale di remuage.
Tra i pionieri ad affinare sott’acqua in Italia c’è Bisson con Abissi, il Metodo Classico immerso a 60 metri di profondità a una temperatura costante di 15° nel Parco Marino di Portofino, in Liguria. Era il 2009 e altri produttori dopo di lui hanno sperimentato la “cantina subacquea” trovando via via consensi sempre maggiori, con questo processo che preserva il carattere del vino e che trova differenze di gusto rispetto ai vini “terrestri”.
Le esperienze campane
In Campania l’azienda vinicola La Pietra di Tommasone ha lasciato ad affinare 500 bottiglie di Aphrodite spumante metodo classico ottenuto da uve Biancolella e Forastera nel fondale marino al largo di Casamicciola Terme, Ischia, per 27 mesi. Lucia Monti, proprietaria ed enologa della cantina ed erede di una famiglia di produttori di vino da cinque generazioni, con il marito Giuseppe Andreoli, enologo anch’egli, hanno consegnato all’isola verde una fotografia diversa dell’affinamento dei vitigni locali. Un progetto partito nel 2020 e che esplora nuovi metodi e valorizza ancora di più la terra ischitana.
Aphrodite è il primo vino sommerso in Campania. Seguito da due vini dell’azienda Carputo dei Campi Flegrei, che in occasione del trentennale della cantina ha immerso per 12 mesi al largo di Castel dell’Ovo, a Napoli, due referenze: un metodo classico millesimo, da uve Falanghina e un rosso da uve Aglianico e Piedirosso. Rimarranno ancora per un po’ nella cantina sottomarina e al momento opportuno ne parleremo.

Nel 2021 una partita di bottiglie di liquore Elixir Falernum ottenuto con parte di vino Falerno, delle Distillerie Petrone di Mondragone, è stata immersa sott’acqua nell’antica città di Sinuessa. Un precursore del sea aging oltre il vino, sicuramente il primo liquore al mondo ad affinare in mare.
Nel mese di agosto 2024 è stata inaugurata una cantina subacquea nel Golfo di Napoli. Dove attualmente sostano 4.000 bottiglie di vino. Francesco Lerro, imprenditore partenopeo e fondatore delle cantine sommerse Megaride, ha dato vita a questo progetto innovativo, dove oltre all’affinamento del vino, sul fondale marino, ci saranno anche olio e aceto.
Ho partecipato al tasting di Aphrodite Spumante Metodo Classico Pietra di Tommasone. Lasciato affinare sott’acqua e, della stessa partita, quello che ha fatto il percorso ordinario in cantina. Cosa è emerso? Cliccate sulle degustazioni.