Il Premio Cooperazione, dedicato alle cantine sociali, ha visto affermarsi Vecchia Cantina di Montepulciano, una piccola cantina cooperativa toscana che negli ultimi anni ha registrato un’impennata nella qualità dei suoi vini. Con il progetto Cantina del Redi sta inoltre segnando un punto importante nella segmentazione del mercato.
Nel cuore della Toscana, dove le colline della Valdichiana si incontrano con i primi rilievi della Val d’Orcia, sorge la più antica cooperativa vitivinicola toscana: la Vecchia Cantina di Montepulciano. Fondata nel 1937, grazie alla visione di 14 produttori, la cantina rappresenta da quasi un secolo un punto di riferimento per centinaia di soci conferitori: attualmente sono quasi 400 con un patrimonio di circa mille ettari vitati.

La cooperativa si è sviluppata nel tempo diventando il maggiore produttore di Nobile di Montepulciano con circa 1.200.000 bottiglie. Ma oltre al focus sul territorio di Montepulciano e sul Nobile, insiste anche sulle province di Arezzo e di Perugia e copre quindi due regioni e tre provincie con altre denominazioni molto interessanti: il Cortona, patria del Syrah, il Chianti e l’ormai dimenticato Bianco Vergine della Valdichiana.
Una presidenza lungimirante
La grande innovazione della cantina avviene negli ultimi 7 anni, dopo un lungo periodo di appannamento qualitativo e di relazioni non ottimali con il tessuto produttivo privato della denominazione. Protagonista di questa rivoluzione la presidenza di Andrea Rossi, che è riuscito ad esaltarne le potenzialità e a innescare un profondo percorso di evoluzione, tra innovazione tecnologica, sostenibilità e valorizzazione territoriale.
L’ottenimento della certificazione Equalitas di sostenibilità aziendale è stato il primo obiettivo, seguito da un intervento nel tessuto sociale di Montepulciano con la gestione del verde intorno all’ospedale Nottola. Poi il progetto NO.MO.S. (Nobile di Montepulciano Sostenibile), un vino che unisce sostenibilità ambientale e impegno sociale, grazie al coinvolgimento della Coop Beta Due e la fondazione Maia per l’inclusione di persone fragili al lavoro. (Questo progetto è stato premiato per la sua concretezza e visione non solo da noi di DoctorWine ma anche da moltissime riviste). Quindi politiche di parità di genere con la certificazione UNI/PdR 125.
Sul lato finanziario sono stati raggiunti importanti risultati che hanno dato maggiore solidità alla cooperativa come il raddoppio del fatturato, che ora si aggira sui sedici milioni a parità di debito, e un significativo smaltimento di giacenze di vino presenti in cantina. Sono state ampliate le zone di ricevimento clienti con un nuovo edificio molto bello e funzionale e anche la cantina ha visto importanti migliorie sia sull’imbottigliamento che su parte del fustame presente.
La crescita tecnica e qualitativa
Dal punto di vista tecnico, la qualità dei vini si è alzata molto grazie al cambio passo iniziato con l’enologo consulente Umberto Trombelli e proseguito con Lorenzo Landi che ha permesso alla cantina di ottenere il nostro riconoscimento (il faccino) per il Nobile Pieve Cervognano Cantina del Redi 2021. Un marchio, questo del Redi, che si era un po’ appannato ma che ora ha preso nuovo slancio, proponendo vini di ottima qualità e posizionandosi nel segmento ho.re.ca.

Un percorso di crescita condivisa, intervista ad Andrea Rossi

Abbiamo incontrato Andrea Rossi per parlare del nuovo corso della Vecchia Cantina di Montepulciano.
Com’è iniziato il tuo percorso nella Vecchia Cantina di Montepulciano?
Ho cominciato con grande rispetto per chi aveva costruito questa realtà prima di me, cercando di comprendere le dinamiche interne e il valore autentico del lavoro collettivo. Nel tempo, ho avuto la possibilità di seguire progetti importanti che mi hanno permesso di crescere insieme alla cooperativa.
Quali sono stati i momenti più significativi di questo percorso?
Sicuramente la fase di riorganizzazione e rinnovamento che abbiamo intrapreso negli ultimi anni. È stato un periodo di sfide, ma anche di grande entusiasmo. Abbiamo investito in tecnologia e formazione, ma senza mai perdere di vista l’identità della nostra cooperativa.
La Vecchia Cantina è la più antica realtà cooperativa della Toscana. Come si gestisce un’eredità così importante?
Con grande responsabilità. Essere parte di una cooperativa con questa storia significa custodire il lavoro e la fiducia di generazioni di viticoltori. Allo stesso tempo, dobbiamo avere il coraggio di innovare. Il rispetto per le nostre radici non può diventare immobilismo: è anzi la base su cui costruire il futuro.
In cosa è cambiata la cooperativa negli ultimi anni?
Oggi la Vecchia Cantina è una realtà più aperta, più consapevole e più attenta alla sostenibilità. Abbiamo migliorato i processi produttivi, puntando sulla qualità e sulla tracciabilità, ma anche sul dialogo con i soci e con il pubblico. Il turismo enogastronomico, ad esempio, è diventato un canale fondamentale: raccontiamo il vino attraverso esperienze dirette, degustazioni, visite e momenti di condivisione che restituiscono autenticità.

C’è un risultato di cui vai particolarmente fiero?
Sì, la consapevolezza collettiva che siamo riusciti a costruire. Oggi i soci percepiscono la cooperativa non solo come un luogo di conferimento, ma come una comunità viva. Lavorare insieme, condividere strategie e obiettivi, sentirsi parte di un progetto comune: questa è la vera forza della Vecchia Cantina.
Come vedi il futuro della cooperativa?
Lo vedo dinamico e pieno di opportunità. Il nostro impegno sarà continuare a crescere puntando su tre parole chiave: qualità, sostenibilità e identità. Ogni bottiglia deve raccontare non solo un vino, ma una storia: quella di una terra, di un gruppo di persone e di un modo di lavorare che unisce tradizione contadina e visione contemporanea.
In conclusione
Vecchia Cantina di Montepulciano è una realtà cooperativa che ha saputo rinnovarsi senza perdere la propria anima. In un momento storico in cui il valore del territorio e la sostenibilità sono al centro del dibattito, l’esperienza di Montepulciano dimostra che l’unione, la condivisione e la lungimiranza restano gli ingredienti più autentici del successo.
Vino Nobile di Montepulciano Pieve Cervognano Cantina del Redi 2021
95/100
€ 90,00
90% Sangiovese, 10% vitigni autoctoni. Botti da 20 hl. Rubino classico. Sentori di more, tabacco, note floreali scure, leggera spezia chiara. Trama media elegante con tannini raffinati e una bella progressione armonica e di classe verso un finale avvincente, persistente ed elegante.
Vino Nobile di Montepulciano Pieve Sant’Ilario 2021 Cantina del Redi
94/100
€ 65,00
90% Sangiovese, 10% vitigni autoctoni. Botti da 20 hl. Rosso rubino. Naso intenso tra spezie scure, frutti neri e fiori viola. Bocca fresca ed elegante, saporita, tannini decisi ma non invadenti, finale intenso e lungo.
Rosso di Montepulciano 2024 Vecchia Cantina di Montepulciano
91/100
€ 8,00
80% Sangiovese, 20% vitigni complementari. Acciaio sui lieviti qualche mese. Rubino brillante. Al naso lampone e ciliegie intense. Trama leggera con tannini risolti e una freschezza gustativa che ammalia.





