Negli ultimi anni si stanno riscoprendo molti vitigni autoctoni che, alla luce delle vecchie conoscenze enologiche, erano di difficile coltivazione o di poca soddisfazione. Ormai le cose sono cambiate, e i risultati si vedono.
La grande ricchezza di uve italiana sta dando i suoi frutti. Molti vitigni stanno emergendo da un limbo dove li avevano costretti politiche agricole del passato e soprattutto un’ignoranza scientifica prima e tecnica dopo, che non permetteva loro di esprimersi secondo le loro meravigliose caratteristiche.
Da qualche anno mi imbatto in vini fantastici provenienti dalla costa adriatica, ai quali aggiungo il Frappato siciliano, che stanno sostituendo i grandi classici della costa a base di Negroamaro, Montepulciano, Sangiovese, Refosco e compagnia cantante che anche nelle loro espressioni più valide mostrano spesso un limite di eleganza e olfatti sempre sugli stessi registi. La formula che ha permesso questa rinascita e spero un cambiamento ampelografico nelle zone menzionate, è semplice: una viticoltura migliore, conoscenza dei precursori aromatici e le tecniche di cantina atte a favorire olfatti sempre più precisi e rispettosi del vitigno.
Iniziamo questa carrellata di vitigni meravigliosi e moderni data l’alta bevibilità, la freschezza gustativa e olfatti riconoscibili differenziati, intensi e inaspettati. Insomma vini contemporanei, unici nel panorama mondiale.
In Sicilia sud orientale abbiamo il Frappato, per troppo tempo mortificato dai blend con il Nero d’Avola (la Docg Cerasuolo di Vittoria insegna). Olfatti intensi, sul floreale giallo e agrume, una beva elegante e saporita con poca quota tannica e una meravigliosa sensibilità ai terreni di provenienza. Inoltre ha una buona resistenza al caldo che non guasta.
In Puglia un vitigno bianco, il Minutolo, capace di olfatti intriganti tra zagara, mandarino e una beva verticale che al sud non ti aspetti. Salendo troviamo la Vernaccia Nera di Serrapetrona, che liberata dall’assurdità di una Docg giurassica, trova nei vini fermi vinificati con criterio, una forza pepata e speziata da far impallidire i migliori Syrah del mondo.
In Abruzzo il rilancio ormai consolidato del Pecorino grazie alle vinificazioni che esaltano i tioli, difficili ma avvincenti. In Romagna abbiamo il Centesimino ad Oriolo, sempre dagli olfatti stuzzicanti nei vini d’annata ma capace anche di incredibili invecchiamenti. Ottimo pure nella versione dolce, estremamente eclettico.
In Friuli Venezia Giulia il tradizionale Schioppettino che nella zona di Prepotto e grazie alle nuove conoscenze sul rotundone e sulla sua preservazione ci fa ritrovare vini di struggente attualità e di beva verticale ammaliante.
E siamo solo agli inizi di questa nuova storia.
1 commento
Direi che con la consueta competenza,
attenzione ai mutamenti e conoscenza
dei risultati finali, Riccardo con semplicità
assoluta ci ha fornito una mini guida
utilissima da consultare in maniera molto
smart per approcciare le nostre scelte
enologiche tecniche ma anche degustative
per questa estate appena cominciata.