Il talk “Enoturismo ed intelligenza artificiale, per una nuova fruizione del territorio” ha visto riuniti il Consorzio Sicilia Doc, Assovini Sicilia e Treccani Accademia. Argomento le nuove frontiere dell’enoturismo, driver fondamentale per la crescita delle aziende vitivinicole siciliane.
Enoturismo, il valore e la qualità del prodotto Doc certificato, il contributo dell’intelligenza artificiale nel mondo vitivinicolo. È una Sicilia unita e strategica quella protagonista del talk “Enoturismo ed intelligenza artificiale, per una nuova fruizione del territorio”, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro.
Secondo il report curato dall’Università di Messina e rivolto alle aziende di Assovini Sicilia, l’84.8% delle imprese ha già implementato servizi enoturistici, le degustazioni sono il servizio più diffuso, offerto dal 93.5% delle cantine mentre cresce il binomio vino e cultura, con il 46% delle imprese che promuove concerti ed eventi culturali in vigna e in cantina. Infine, per il 54.3% delle aziende associate, l’obiettivo è quello di creare un’esperienza memorabile per il cliente.
La parola a Mariangela Cambria
Del valore dell’enoturismo ha parlato Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, sottolineando come «oggi l’enoturismo sia un driver per l’economia siciliana e per la produzione vinicola, grazie alla diversificazione e alla varietà dell’offerta ricettiva e culturale del turismo del vino, e grazie anche ad una sinergia con il territorio. L’enoturismo siciliano – ha continuato la presidente Cambria – è espressione non solo di una proposta culturale nuova ma di un territorio che si racconta attraverso il vino, uno strumento di narrazione unico. L’enoturismo come wine experience unisce diversi elementi – dalla produzione alla degustazione – e si fa portavoce di un modo nuovo di raccontare il mondo vitivinicolo attraverso l’interazione con l’arte, la gastronomia, il paesaggio e la cultura».
Rossella Calabrese, Treccani Accademia
Nel contesto della crescente trasformazione digitale nel settore vitivinicolo, Treccani Accademia offre percorsi formativi per rispondere alle sfide dell’innovazione e della valorizzazione del territorio. A sottolinearlo, è intervenuta Rossella Calabrese, Consigliera Delegata della scuola di formazione di Treccani: «Oggi più che mai, il settore enoturistico e vitivinicolo ha bisogno di visione, competenze aggiornate e strumenti innovativi. La formazione rappresenta la leva fondamentale per accompagnare il cambiamento, valorizzare il capitale umano e tradurre la tradizione in futuro. L’intelligenza artificiale, se ben compresa e adottata, può potenziare la narrazione dei territori, migliorare l’esperienza del visitatore e ottimizzare i processi produttivi e decisionali delle aziende del vino. Come Treccani Accademia puntiamo su una formazione che metta le persone in condizione di governare le trasformazioni tecnologiche con consapevolezza, creatività e responsabilità».
L’intervento di Antonio Rallo
L’intervento di Antonio Rallo, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ha invece spostato il focus sul valore della produzione, sottolineando il ruolo delle Denominazioni di Origine Protetta e in particolare, della Doc Sicilia per il territorio siciliano. «La filiera certificata non è solo un marchio di qualità, ma un motore di sviluppo economico che coinvolge produttori, distributori e operatori del settore, creando valore e occupazione».
«Le denominazioni di origine – ha proseguito Rallo – non solo tutelano il nostro patrimonio vitivinicolo, ma valorizzano e proteggono le economie locali, sostenendo, anche grazie all’enoturismo, la crescita delle comunità legate alla viticoltura attraverso la valorizzazione del lavoro delle aziende agricole, il rafforzamento della filiera produttiva e la creazione di nuove opportunità per le giovani generazioni. Il lavoro congiunto del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e di realtà come Assovini Sicilia è stato fondamentale per promuovere la nostra identità territoriale e garantire un futuro solido e sostenibile al vino siciliano, un asset strategico per il Made in Italy e per la nostra viticoltura».