A metà strada tra San Severo e Lucera, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, Alberto Longo ha ristrutturato un’antica masseria del ‘600 ed ha realizzato al suo interno una cantina moderna ed eco sostenibile che è diventata la portabandiera del Cacc’e Mmitte di Lucera, una denominazione a lungo finita nel dimenticatoio.
Fin dagli anni ’60, i Longo hanno coltivato vigneti e oliveti sulle colline della Daunia settentrionale. Lì Alberto ha imparato che non esistono ali senza radici, anzi le sue radici sono la sua forza. Il forte legame con gli affetti e la terra natia, consolidato dalla distanza, gli ha dato l’energia e la tenacia per spiccare il volo e costruire una carriera di successi pur mantenendo i piedi per terra e la testa sulle spalle. Dopo la laurea in Economia, l’attività di revisione contabile e di consulenza a imprese e istituzioni finanziarie è decollata e lo ha portato in giro per il mondo.
Il ritorno a casa per valorizzare la sua terra
Venticinque anni fa, l’amore per la sua terra, la passione per il vino e il desiderio di mandare avanti la tradizione vitivinicola familiare lo hanno messo difronte a una nuova sfida. Valorizzare un’area della Puglia messa ai margini per questioni sociali e con linee di comunicazione in rovina. Ma ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato tra colline verdi, distese di grano e boschi. Promuovere un modello di enoturismo esperienziale cercando di creare una connessione tra territorio, comunità locale e produzione enoica era ed è il suo obiettivo.
“Io nasco nella terra – racconta Alberto Longo -. Ho lavorato nei campi con i miei genitori fino a una settimana prima della discussione della tesi. Poi sono entrato in KPMG, una società di consulenza internazionale, e la mia vita è cambiata. Ma ho deciso di limitare l’attività professionale per dedicarmi anima e corpo a quella vinicola ed enoturistica”.
Masseria Celentano era il tratturo in cui negli anni ’50 il papà e la mamma di Alberto si sono incontrati per la prima volta. Galeotta fu la transumanza dei pastori che arrivavano dall’Abruzzo. La masseria è stata acquistata da Alberto e riportata all’antico splendore, oggi è un magnifico resort, nella sala ristorante domina il camino in mattoni. Le 14 camere conservano le volte a vela e le travi in legno e immersa nel verde fa bella mostra di sé la grande piscina. I turisti arrivano da tutto il mondo e rimangono incantati, rimane per ora un’isola felice ma il contesto seppur lentamente sta cambiando.
Sono 35 gli ettari di vigneti di proprietà, suddivisi fra i poderi della Fattoria Cavalli, 8 ettari, e della Masseria Celentano, 27 ettari. Gli allevamenti, a guyot, combinano l’alta densità di ceppi per ettaro alla ridottissima resa di uva per pianta. La sostenibilità è un tema fondamentale per Alberto Longo, valore perseguito attraverso l’impiego di pannelli fotovoltaici per avere energia elettrica autoprodotta. Cui si aggiunge l’impianto di geotermia che in pratica assorbe calore dal terreno per riversarlo negli ambienti in inverno e, al contrario, assorbe calore dagli ambienti riversandolo nel terreno in estate.
Il fulcro del territorio: Alberto Longo Cacc’e Mmitte di Lucera
Il Cacc’e Mmitte di Lucera è un assemblaggio di uve rosse con una piccola percentuale di uva bianca tipico nei comuni di Lucera, Troia e Biccari. Il nome, stravagante, deriva dall’espressione dialettale “cacc’e mmitte” che si rifà dall’antica procedura di vinificazione dei contadini di Lucera, i quali affittavano gli impianti dei ricchi latifondisti e mettevano (mmitte) le proprie uve e poi alla fine della fermentazione toglievano il proprio vino (cacc’e) per fare spazio al successivo viticoltore.
“Alla fine degli anni ’90, la cantina Svevo era l’unico produttore, l’azienda era in grave difficoltà e il Cacc’e mmitte era scomparso dalle tavole pugliesi – spiega Alberto Longo -. Mi posi così l’obiettivo di ridare vita a questa Doc, ho affittato i terreni, impiantato i vigneti nell’areale del Cacc’e Mmitte e ristrutturato i fabbricati dell’azienda Cavalli. La Doc fu istituita nel 1976, un anno prima era stata creata la Doc San Severo. Una volta il Cacc’e Mmitte veniva vinificato in loco e imbottigliato da una cooperativa di Corato ed era un rosato carico, solo successivamente venne fondata la cantina Svevo”.
Le uve menzionate dal disciplinare sono: uva di Troia localmente detta Sumarello, poi Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera di Brindisi, Trebbiano toscano, Bombino bianco e Malvasia Bianca. Ad oggi, oltre Alberto Longo sono cinque le aziende che ne hanno ripreso la produzione: Agricole Paglione, Masseria nel Sole, Paolo Petrilli e la cantina la Marchesa.
L’altro sogno nel cassetto di Alberto Longo è consegnare il testimone al giovane figlio Giovanni, ma sarà libero di scegliere se e come portare avanti il progetto paterno o trovare la propria strada. “Mio padre non mi indirizza – afferma Giovanni Longo – mi lascia decidere quello che voglio fare ma contemporaneamente cerca di trasmettermi la passione verso la nostra terra e verso l’azienda. Sicuramente l’enogastronomia farà parte della mia vita”.
Cacc’e mmitte di Lucera 2021 Alberto Longo
Punteggio: 94/100
Prezzo indicativo in enoteca: € 15,00
55% Nero di Troia, 30% Montepulciano d’Abruzzo, 15% Bombino Bianco. 6 mesi in cemento. Rubino intenso. Naso ricco e molto pulito, con note di susina e marasca poi cenni balsamici, spezie e alloro. La bocca è di grande concentrazione, di corpo e con un’ottima trama tannica. Finale davvero godurioso, armonico e lunghissimo.