La Valle Isarco è stata protagonista della trasferta di Stefania Vinciguerra per l’Alto Adige Wine Summit 2025, il più importante evento mediatico del settore vinicolo altoatesino. Come sempre impeccabile l’organizzazione del Consorzio Vini Alto Adige.
Arrivare in Alto Adige significa riempirsi gli occhi di verde. Le montagne coperte di boschi, i prati, i meleti e, non ultimo, i vigneti sono oasi di verdi dalle mille sfumature che riempiono gli occhi e il cuore.
Già, i vigneti. Arrampicati su colline e montagne sono una componente imprescindibile del paesaggio e della vita altoatesina. Frammentati tra mille proprietari costituiscono una delle ossatura dell’economia, sublimati nel sistema delle cantine cooperative che qui sono gestite come aziende private e ripagano con la grande qualità il lavoro a volte impervio dei vignaioli associati.
È dunque con grande gioia che anche quest’anno mi sono recata all’Alto Adige Wine Summit, la manifestazione biennale che presenta alla stampa nazionale ed estera i vini del territorio. Ogni volta un giro in una zona diversa e al termine una grande degustazione con tutti i vini.
La Valle Isarco
La zona destinata al gruppo di cui facevo parte è stata la Valle Isarco, quella valle formatasi milioni di anni fa dai ghiacciai e dal corso del fiume omonimo, che si dispiega tra Bolzano e Vipiteno, in pratica fino al Brennero. Si tratta della zona viticola più a nord d’Italia, dove i vigneti si arrampicano su ripidi terrazzamenti tra i 400 e i 1.000 metri di quota su terreni di deposito morenico, roccia sedimentaria con quarzo, scisto e dolomia.
Tecnicamente la valle arriva al confine, ma la zona interessata alla viticoltura è quella più meridionale, tra Bolzano e Bressanone e, se vogliamo identificarne la parte più identitaria, dobbiamo focalizzarci sulla mediavalle, da sopra la val Gardena a Bressanone.
La prima parte della valle, subito dopo Bolzano, vede infatti la presenza dei molteplici vitigni caratteristici della zona di Bolzano, ma addentrandosi verso nord est, entriamo nel campo dei vitigni di origine germanico-austriaca: Sylvaner, Kerner e Grüner Veltliner, oltre naturalmente al Riesling. I primi tre vitigni si trovano in pratica solo qui e costituiscono un enclave a sé nell’ambito della vitivinicoltura altoatesina. Sono accomunati da un profilo olfattivo nitido e fresco, da finezza, verticalità e salinità gustative evidenti e, al netto delle differenze varietali, costituiscono la vera carta d’identità della valle: vini alpini, luminosi e cristallini, capaci di raccontare la montagna.
Sylvaner, Kerner e Grüner Veltliner
Il Sylvaner è il vitigno che forse da più tempo è di casa in Valle Isarco. Coltivato da circa 170 anni, fino al 2003 è stata la varietà più importante, ma adesso lo scettro del primo vitigno della Valle è passato al Kerner. Il Sylvaner rimane comunque una delle varietà più amate, del quale si è sempre esaltato lo spirito “alpino” per via soprattutto dell’alta acidità. Predilige i pendii non troppo in quota, ben ventilati e soleggiati, e copre una superficie totale di 68 ettari, pari all’1% del totale altoatesino. La sua carta d’identità: note di fiori bianchi, erbe di campo, mela, a volte accenni minerali e terrosi.
Il Kerner è un incrocio tra Schiava e Riesling creato in Germania nel 1829 da August Herold. È un vitigno che si trova a suo agio con il freddo ed è resistente al gelo, quindi è coltivato alle quote più elevate della Valle Isarco e della Val Venosta. Aromatico – precise le note di noce moscata – e abbastanza corposo, ha visto crescere la sua fama negli ultimi anni. Con 129 ettari, copre il 2% del vigneto totale dell’Alto Adige. La sua carta d’identità: ricorda il Riesling, con note fruttate (pesca, albicocca, mela verde), floreali e spesso un accenno di noce moscata o erbe alpine.
Infine, il vitigno principe dell’Austria: il Grüner Veltliner, che nella Valle Isarco ha trovato una sua collocazione, in generale per la sua grazie e freschezza, offrendo qui vini molto leggeri e bevibili. Lo troviamo coltivato in 27 ettari, pari allo 0,5%. La sua carta d’identità: più aromatico del Sylvaner; tipiche note speziate di pepe bianco, agrumi, mela verde, talvolta un tocco vegetale (sedano, erbe).
I produttori della Valle Isarco
Nel nostro giro abbiamo visitato i vigneti delle due realtà storiche principali della Valle: l’Abbazia di Novacella e la Cantina Valle Isarco. Ospiti di quest’ultima, in un vigneto in altitudine a Tiso con vista sulla valle, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare anche tre piccoli produttori artigiani della zona e assaggiare i loro vini: Strasserhof, Pacher Hof e Kuenhof.
Abbazia di Novacella, ovvero Kloster Neustift

L’Abbazia di Novacella (per gli abitanti del luogo Kloster Neustift) è la realtà più antica: la struttura risale al 1142 e vale il viaggio anche per gli astemi. Di proprietà dei padri Agostiniani, produce vino da quasi 900 anni e attualmente possiede vigneti sia nella Valle, con le caratteristiche uve bianche, sia nelle zone più calde di Bolzano e Cornaiano, dove si coltivano le uve rosse. La stilistica è diversa.
Da evidenziare, nell’ottica di una maggiore sostenibilità, il cambiamento delle bottiglie fatto dall’azienda per ridurne il peso: da 650 grammi a 450.
Salendo nel vigneto che domina l’abbazia, al nostro arrivo abbiamo avuto una sorpresa: un tavolino allestito con gli ottimi Gewürztraminer Praepositus 2023, naso di rosa e pompelmo, mango e albicocca, bocca piena, fresca e saporita, e il Sylvaner Stiftsgarden 2021, dalla speziatura di zenzero e noce moscata, pesca gialla e mineralità, setoso, elegante e fresco.
Abbiamo proseguito la degustazione una volta arrivati nel vigneto della Cantina Valle Isarco a Tiso in val di Funes, a 850 metri, con splendida vista sulla Valle Isarco, dove ci attendevano anche gli altri produttori. Allora spazio al Sylvaner Praepositus 2023, profumi di erba medica e speziati. Buona complessità e aromaticità in bocca, ampio e avvolgente.
Personalmente, mi è piaciuto molto:
Alto Adige Valle Isarco Kerner Praepositus 2023 Abbazia di Novacella
Punteggio: 94/100
Prezzo medio in enoteca: € 22
100% Kerner. Acciaio. Giallo paglia con riflessi verdini. Molto intenso al naso con nette note di litchi, pesca bianca, fiori di sambuco, rosmarino e timo. Veramente un ottimo vino, succoso, pieno e profondo.
Spoiler: è eccezionale, da premiare, il Riesling Praepositus 2023, ma uscirà solo tra qualche mese.
Cantina Valle Isarco, ovvero Eisacktaler Kellerei

Come dicevo, dall’Abbazia di Novacella siamo passati a Chiusa/Klausen dalla Cantina Valle Isarco, la cooperativa della valle (a differenza delle altre cooperative altoatesine, non ha il nome del comune), la più giovane della provincia, fondata nel 1961 da 20 soci. Attualmente dispone di 150 ettari che fanno capo a 135 famiglie, con una media di 1,2 ettari a socio. In pratica, vigneti giardino. Circa 150mila bottiglie prodotte, il 95% vini bianchi.

Spettacolare la terrazza che c’è nel cuore dei vigneti di Tiso, dalla quale si domina la valle.
Abbiamo assaggiato la carrellata dei 2023 della linea Aristos: il Kerner propone un naso intenso di pesca, albicocca, mela verde con erbe aromatiche, menta, rosmarino. Energia, struttura, freschezza e sapidità al palato. Leggerezza nella beva. Il Sylvaner è profumato di pesca, erbe aromatiche, pepe verde, spezie. In bocca è elegante, fresco, salino. Il Grüner Veltliner è molto tipico nei profumi delicatamente speziati e di frutta bianca. Pieno, saporito, composto e di grande dinamismo. Il Riesling insiste tra pesca, pietra focaia, agrumi. Bocca piena e verticale, lunga.
La chicca della degustazione è stata però:
Alto Adige Valle Isarco Kerner Aristos 2013 Cantina Valle Isarco
Punteggio: 95/100
Prezzo medio in enoteca: Fuori commercio (annata corrente € 18-20)
100% Kerner. 70% acciaio e poi botte. Paglierino luminoso. Intensissimo di idrocarburo, leggero miele di acacia, mela gialla, spezie gialle, zafferano. Poi esce il lime. Grande freschezza e volume, saporito ma verticale, molto bello.
Strasserhof

Con Strasserhof saliamo molto sia in termini altimetrici, ci attestiamo intorno ai 700 metri, sia in termini geografici, con i vigneti tra i più a nord della Valle Isarco. Dopo appena 50 metri finisce la zona a Doc e i vigneti che si trovano a queste latitudini sono quasi esclusivamente da vitigni PiWi (anche loro stanno provando, quest’anno hanno vendemmiato per la prima volta il Sauvignac). Hannes Baumgartner, da parte sua, esprime lo spirito di questa zona così estrema con i vitigni classici della valle, bianchi dalla forte personalità, austeri e rigorosi.
Molto classico il Sylvaner 2024, note di mela ed erba medica, una sfumatura fumé. In bocca è fresco e vibrante per la decisa nota salina. Il Riesling 2024 è molto fruttato con pesca bianca e albicocca, cenni floreali e di pietra focaia al naso. Succoso e vivace, ha spiccata acidità e struttura notevole. Il Kerner 2024 ha nella semplicità la sua carta vincente, profuma di menta e ha ottima beva.
Alto Adige Valle Isarco Grüner Veltliner 2024 Strasserhof
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Punteggio: 95/100
Prezzo medio in enoteca: € 18
100% Grüner Veltliner. Acciaio per 7 mesi. Paglierino con riflessi verdolini. Grande freschezza al naso con note agrumate, mela verde, erbe aromatiche e pepe bianco. Fresco e nervoso il sorso con un finale molto sapido e lungo.

Pacher Hof
Bianchi di grande personalità ed eleganza (sono otto i vitigni bianchi coltivati) per la tenuta di Andreas Huber, un “Vinhotel con tenuta vinicola”, come si definiscono. I vigneti si trovano tra i 620 e i 900 metri di altitudine e sono tra i più vecchi della zona; l’approccio alla viticoltura è molto naturale e affonda le sue radici in una tradizione famigliare millenaria.
Tra i tre “must” della valle, annata 2024, il Sylvaner è il classico aperitivo che unisce profumi di erba tagliata a cenni di ananas, acidità spiccata e gusto verticale, e il Kerner sa di frutta anche tropicale, pesca bianca e ananas, con note fumé. Pieno, beverino, di piacevole freschezza.
Alto Adige Valle Isarco Riesling 2024 Pacher Hof
Punteggio: 94/100
Prezzo medio in enoteca: € 25
100% Riesling, da vigne all’inizio della Val Pusteria. 8 mesi sui lieviti fini in botti di rovere da 20 e 33 hl. Paglierino verdino. Molto agrumato e fruttato di pesca. In bocca è saporito e polposo con la viva acidità equilibrata dal residuo zuccherino. Chiusura salina.
Kuen Hof 
Maso del XII secolo acquistato circa 200 anni fa dal bis-bisnonno di Peter Pliger, che con la moglie Brigitte e il figlio Simon porta avanti l’azienda. 7 ettari di viticoltura eroica, con vigneti arrampicati fino quasi a 900 metri e una produzione che sfiora le 40mila bottiglie per le 4 varietà tipiche della valle. Conduzione dei vigneti biologica e biodinamica (non certificata) e lavoro severo in cantina con uso di acciaio e botti di acacia da 20 ettolitri.
Abbiamo assaggiato i vini dell’annata 2023, affascinanti e piacevoli. Di ottima qualità il Veltliner, mela verde e pepe bianco. Pieno, succoso e molto dinamico, così come il Riesling Kaiton, che hanno piantato in valle per primi nel ‘93. Molto tipico e varietale: pompelmo, frutta gialla, erba medica. Saporito, elegante e vibrante.
Alto Adige Valle Isarco Sylvaner 2023 Kuen Hof
Punteggio: 95/100
Prezzo medio in enoteca: € 20,00
100% Sylvaner da tre posizioni calde e arieggiate: Kuenhof, Lahner e Gasteiger. Botti di acacia da 20 hl e acciaio (60%) per 6 mesi. Giallo verdolino. Profumi di prato di montagna con note verdi e floreali, susina e una delicata sfumatura marina. La struttura è scattante, fresca e agile con un finale succoso e molto saporito.











