Storica degustazione verticale di Lambrusco Metodo Classico Rosso In Correggio Lini 910: 10 anni di affinamento minimo sui lieviti. Sette annate a ritroso dalla 2014 appena uscita sul mercato fino alla 2004.
Il preconcetto più diffuso quando si parla di Lambrusco è quello del “vinello senza pretese”, da bersi freddo, giovanissimo, poco impegnativo, da accompagnarsi, al massimo, con le prelibatezze emiliane/basso lombarde, soprattutto con preparazioni a base di suino o primi ricchi di sapore ben inondati di burro e Parmigiano. Preconcetti da rivedere completamente in ognuno degli aspetti elencati.
Innanzitutto “il Lambrusco” , come denominazione, è una generalizzazione errata: “i” Lambrusco sono un ecosistema variegato composto da diverse tipologie con caratteristiche a volte diametralmente opposte, sia strutturali che sensoriali.
Uno, cento, mille Lambrusco

Il territorio di produzione si estende, storicamente, nella regione Emilia, con le province di Parma, Reggio Emilia e Modena, con estensione alla bassa Lombardia, in provincia di Mantova. Ognuna di queste aree è caratterizzata da una o più tipologie di Lambrusco, che caratterizzano peculiarità del vitigno, territorio e tradizione tecnica.
Per semplificare e rendere giustizia ad ognuna di queste tipologie, anche se esistono oltre 60 cloni di varietà Lambrusco, ecco le più frequenti e famose:
- Parma: Lambrusco Maestri, Ancellotta
- Reggio Emilia: Grasparossa, Montericco, Marani, Ancellotta, Maestri
- Modena: Sorbara, Grasparossa di Castelvetro, Salamino di Santa Croce, Marani
- Mantova: Viadanese, Maestri
In realtà la cosa si complica in quanto in ognuna delle tipologie esistono, a seconda del residuo zuccherino, le versioni secche, dry, amabile. Con l’ulteriore diversificazione per metodologia tecnica: metodo classico, ancestrale (rifermentato anch’esso in bottiglia ma senza sboccatura), metodo Martinotti o Charmat (anche Charmat Lungo a secondo della filosofia del produttore).
La nostra verticale
Non volendo entrare in ogni recondita variabile, caratteristiche specifiche delle uve e connotazioni dei vini che ne derivano (che approfondiremo con monografie ad hoc), lo scopo di questa verticale di Lambrusco Metodo Classico che andremo a descrivere è quella di far crollare alcuni dei succitati preconcetti: vino poco impegnativo, vino senza capacità d’invecchiamento, vino “semplice” sensorialmente.
Abbiamo scelto una vera icona del Lambrusco , il Lambrusco Metodo Classico Millesimato in Correggio di Lini 910 della varietà Lambrusco Salamino, con affinamento di minimo 10 anni sui lieviti.
L’azienda Lini 910
Un cenno sull’azienda Lini 910 , ringraziando doverosamente tutta la famiglia e, in particolare, Alicia Lini che ha contribuito in maniera determinante alla riuscita della degustazione.
Lini 910 si chiama così proprio perché fondata nel 1910 a Correggio, piccolo centro in provincia di Reggio Emilia, quasi al confine con la provincia Modenese. Spumantisti di vocazione e di fama, hanno studiato la tecnica in Francia avendo accesso, per collaborazione tecnica e interessi commerciali, alla Maison Mumm di Reims. Tanto da produrre fra i migliori Metodo Classico dell’intera regione (e, aggiungo, d’Italia) utilizzando vecchi vigneti di Pinot Nero da fornitori storici dell’Oltrepò Pavese. Trasferire questo concetto al Lambrusco Salamino è stata la naturale evoluzione: selezione feroce dei vigneti più vecchi, rese molto più basse rispetto agli standard abituali, cura maniacale nel processo di spumantizzazione e grande expertise tecnica. Dopo 10 anni sui lieviti, ecco comparire un Lambrusco dalle caratteristiche uniche, dalla complessità impensabile, mantenendo le caratteristiche originarie del vitigno, anzi, esplorando meandri allora sconosciuti per la tipologia.
Chicca fra le chicche, una piccola quantità di vecchie annate rimesse in commercio a quasi vent’anni dalla vendemmia, sulla falsariga delle Collections delle cuvée de Prestige delle grandi Maisons di Champagne.
N.B.: i voti, nelle note descrittive delle annate di Lambrusco che seguiranno, sono relativizzati alla tipologia, come sempre per noi di DoctorWine.