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Terroir Dogliani, un focus sulla denominazione

Terroir Dogliani 2025

Non si discute della qualità dei vini e delle tipologie affermatesi nel tempo, bensì della capacità di raccontarle da parte del tessuto produttivo. Sotto esame gli aspetti di marketing, necessari per rendere più chiari e immediati i punti chiave del Dogliani.

Eventi come Terroir Dogliani, andato in scena l’8 e il 9 giugno presso il Palazzo Fauzone di Mondovì, meriterebbero un’attenzione e partecipazione ancora più ampia, se prendiamo in esame i temi e soprattutto i valori introdotti nei due giorni, caratterizzati da degustazioni e masterclass tematiche che hanno coinvolto addetti al settore, produttori e appassionati.

Terroir Dogliani, masterclass

Al centro di tutto c’è il vino iconico quanto storico del Piemonte, delle Langhe: il Dogliani, prodotto da uva Dolcetto.

La comunicazione del territorio e del vino

Uno dei temi più sentiti per la denominazione, e sviluppati in questa occasione, è quello della comunicazione di un territorio e di un vino che appare semplice, ma che in realtà si rivela complesso. Un lungo dibattito ha fatto emergere criticità, ma ha anche intavolato alcune idee. Non soluzioni, ma punti di partenza per il gruppo affiatato di produttori che, nel 1984, fondarono la Bottega del Vino, un consorzio tra i produttori della denominazione Dogliani Docg. 

È in questo luogo di confronto e di promozione del territorio che, ad esempio, è nata l’idea di un’unica Docg per le tipologie “Dogliani” e “Dogliani Superiore”.

“Siamo aziende solide, con una storicità e un vino che fino a non molto tempo fa era considerata come il Langhe Nebbiolo di oggi”, ha affermato dal pubblico Orlando Pecchenino, titolare dell’omonima azienda.

Una dichiarazione fondata, ma nel dibattito non si discute della qualità dei vini e delle tipologie affermatesi nel tempo, bensì della capacità di raccontarle da parte del tessuto produttivo, composto per il 67% da aziende (58 su 86) che producono circa 10.000 bottiglie, contribuendo però solo al 10% della produzione totale. Ciò comporta una definizione frammentata del territorio, che rende difficile raccontare un’identità unitaria. Sotto esame, quindi, gli aspetti di marketing, necessari per rendere più chiari e immediati i punti chiave del Dogliani, che in breve ci siamo sentiti di “organizzare”.

Le due versioni del vino Dogliani

Terroir Dogliani degustazione

Sono circa due milioni le bottiglie prodotte annualmente su una superficie di 667 ettari, e due le versioni del vino: il Dogliani, sic et simpliciter, fresco e fruttato, quotidiano e piacevolissimo, soprattutto con gli antipasti piemontesi; e, più strutturato, il Dogliani Superiore, capace anche di sfidare il tempo in bottiglia. Dopo una prima zonazione a opera della Bottega in collaborazione con Alessandro Masnaghetti, nel 2017 il Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, assieme ai 21 comuni interessati dalla denominazione Dogliani Docg, ha prodotto una mappatura delle Menzioni Geografiche Aggiuntive. 

Questa, purtroppo, non è ancora stata pubblicata.

Restano allora attive le sottozone, che, in modo sommario, sono state presentate in questa occasione e che restituiscono i seguenti profili sensoriali ai vini:

  • Santa Lucia: vini eleganti, ricchi in profumi e materia;
  • San Luigi: vini di finezza e longevità;
  • Valdibà: vini colorati e di corpo;
  • Pianezzo: vini di freschezza e tannicità;
  • Madonna delle Grazie: vini decisi, tannici e persistenti;
  • Taricchi: vini armonici ed espressivi.

Una profilazione personale, utile a inquadrare le tipologie di vini prodotti, ma che non tiene conto delle stilistiche produttive.

Terroir Dogliani Masterclass
Dal confronto sono poi scaturiti altri spunti: dal coinvolgimento dei giovani, ad attività di co-branding con altre fiere ed eventi, fino a uno storytelling più compatto, in questa fase di re-branding, per semplificare i punti di forza del Dogliani. Un vino che, alla luce del paesaggio che lo ospita, dovrebbe puntare nel suo racconto sulle terre alte, la freschezza e un volume di produzione contenuto, che conferma la sua
identità artigianale. Non si sono trovate soluzioni definitive, ma si è aperto un cantiere di idee, che punta a dare maggiore visibilità e riconoscibilità a un vino che merita più attenzione.

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