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Cosa sono le Igt

Piramide Vini italiani docg doc e igt

L’acronimo significa Indicazione Geografica Tipica e indica una categoria di vini prodotti in zone generalmente più vaste di quelle disciplinate dalle Doc e dalle Docg.

Le Igt vennero introdotte con la legge 164 del 1992 che riformò e sostituì la 930 del 1963. Dal 2009 le Igt fanno parte delle Igp (Indicazione Geografica Protetta) che comprendono anche prodotti alimentari. Come le Doc e le Docg con le Dop (Denominazioni di Origine Protetta). 

In che cosa si distinguono? 

Le Igt hanno dei disciplinari meno severi, zone di produzione in genere più vaste e possono avvalersi del taglio del 15% al massimo di uve e di vini prodotti in zone diverse, anche in altre regioni italiane o comunitarie. 

Perciò, ad esempio, se viene prodotto un Toscana Sangiovese Igt è possibile utilizzare anche il 15% di Sangiovese di altre regioni. Non sempre accade, ovviamente, ma è previsto dal disciplinare e quindi è una pratica perfettamente legale qualora venga adottata. 

Perché sono nate le Igt? 

Per disciplinare la produzione di molti vini che non potevano avere una Doc e che in precedenza venivano denominati “vini da tavola con indicazione geografica”. Questo fino al 1992. Tra questi c’erano vini di media o mediocre qualità, delle vere “sub Doc”, ma anche vini molto prestigiosi ma per il tempo sperimentali, che non potevano accedere alle Doc. 

Ricordo, ad esempio, che la maggior parte di quelli in seguito definiti Supertuscan non rispettavano le regole di produzione delle Doc allora esistenti. Il Chianti Classico non poteva essere prodotto con Sangiovese in purezza e doveva contenere anche percentuali di uve bianche. Perciò vini come il Tignanello, il Fontalloro, I Sodi di San Nicolò, il Flaccianello della Pieve, il Cepparello, il Cabreo Il Borgo, non potevano rientrare in quel disciplinare. Pur essendo prodotti nel territorio del Chianti Classico. 

La Doc Bolgheri per i grandi rossi come Sassicaia, Ornellaia e Grattamacco è del 1994. Prima di allora anche loro erano “vini da tavola a indicazione geografica” e, per due anni, dal 1992 al 1994, semplici Igt. 

Perché vi scrivo tutto questo? Solo per fare chiarezza

A buon intenditor….

3 commenti

Carlo 13 Gennaio 2025 at 10:19

un “ripasso generale” utile e necessario in un mondo ove fare confusione più o meno interessata è piuttosto frequente

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Francesco Bonfio 13 Gennaio 2025 at 10:46

Buongiorno.
Mi permetterei di aggiungere un altro esempio oltre a quello del Toscana Sangiovese Igt.
Se viene prodotto un Toscana Igt è possibile utilizzare anche fino al 15% di altri vitigni di altre regioni. Non sempre accade, ovviamente, ma è previsto dal disciplinare e quindi è una pratica perfettamente legale qualora venga adottata.
Buona giornata.

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daniele cernilli 14 Gennaio 2025 at 9:54

Hai replicato quello che c’è scritto nell’articolo, mi pare

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