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Come si cambia

Come si cambia, Gacomo Cardelli dal giorno alla notte 2009

Anche i vini più famosi nel corso degli anni subiscono molti cambiamenti dovuti a mutamenti climatici, nuovi impianti in vigna, scelte stilistiche in cantina, evoluzione tecnica. Seguire le diverse evoluzioni dei vini implica anche saper riconoscere (e in caso premiare) la costanza qualitativa che si cela dietro i cambiamenti.

Mentre il Vinitaly è in corso, per cercare di parlare d’altro con tutte le nubi che si addensano sul mondo del vino, provo a fare una riflessione generale. Un riflessione sull’evoluzione che molte etichette hanno avuto negli ultimi decenni. 

La cosa parte dal fatto che da più parti si sostiene che “le guide”, la critica in genere, premia sempre gli stessi vini ogni anno. Trovo che sia una banalità. Innanzi tutto, perché affermare una cosa del genere non tiene conto del fatto che nel frattempo quei vini non sono più gli stessi di dieci o venti anni fa. Evoluzione tecnica, cambiamenti climatici, scelte stilistiche in cantina, nuovi impianti in vigna per certuni non conterebbero nulla? 

Si rendono conto di come sono cambiati vini di grande tradizione? Come il Barolo Monfortino, i Barbaresco di Gaja, il Brunello di Biondi Santi o l’Amarone di Bertani? La stessa cosa si potrebbe osservare anche per i “campioni della modernità”. Che lo erano e lo sono stati molti anni or sono. E penso ai Barolo Boys, per poi rientrare in buona parte in canoni diversi. Penso ai vini di Elio Grasso, dei Dal Forno, di Giacomo Neri

Possibile che pochi si rendano conto di come sono cambiati e che non sono più quelli di un tempo pur avendo le stesse etichette? Non è solo un fenomeno italiano. In Francia, in Borgogna in particolare, sta succedendo una cosa analoga, e basterebbe assaggiare i vini di Rousseau per capirlo molto chiaramente. 

Questo significa che, pur premiando gli stessi produttori, lo si fa seguendo la loro evoluzione e la diversa interpretazione che stanno dando ai loro vini. Per i motivi citati prima, tecnici, stilistici e legati alle diverse situazioni pedoclimatiche. 

Credo che il ruolo di chi ne scrive sia proprio questo, oltre che quello di scoprire nuovi protagonisti, che sono comunque presenti in tutte le pubblicazioni che si occupano di vino, in Italia e non solo. 

La vignetta utilizzata per l’apertura è di Giacomo Cardelli, “Dal giorno alla notte”, tratta dal concorso di (eno)satira Spirito di Vino, edizione 2009, organizzato dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia.

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